
Francesco Camattini Povera gente
2025 - Autoprodotto
Povera gente di Francesco Camattini racconta delle mille contraddizioni che rendono disumanizzante il vivere, affollati in un mondo dove la deriva sembra inevitabile. E, da un punto lontano che pare sopraffarci, arriva un pugno di canzoni a ricordarci che siamo umani e che le rivoluzioni del pensiero, quando meno te lo aspetti, si materializzano.
Qui siamo di fronte a un progetto che si ispira alla tradizione cantautorale più classica, con arrangiamenti orchestrali, minimali ed essenziali che ben si prestano a testi importanti. Curiosamente, e istintivamente, viene di accostare questo lavoro a certe composizioni di Franco Battiato e di Roberto Vecchioni. Mi rendo conto di non trovarmi di fronte a un disco facile: Il cambiamento rende benissimo l’idea di quanta ispirazione si consumi con delicatezza in queste tracce, senza regalare nulla di scontato o banale all’ascoltatore.
Le canzoni dei rimpianti e dei partigiani sono il ponte ideale di un volo interrotto a cui non si vuole e non si deve rinunciare. Forse anche per questo c’è bisogno di questa benedetta “musica leggera” che tanto ci fa ricordare quanto siamo imperfetti.
L’amore viene declinato in una sorta di discarica digitale, raccontata in un tango livido e impietoso, mentre Icaro plana su una terra che brucia dopo aver sognato l’ipotesi di un volo, cercando una direzione tra i mille errori di una vita.
La mia stella Michelin va al brano che chiude il disco: trattasi della bellissima e laica Canzone bianca - preghiera di Francesco, che chiude il cerchio di un lavoro intenso e originale.
Abbiate fede e ascoltate cose belle. Povera gente parla di noi e dell’altro che a volte fingiamo di non vedere.