La fame <small></small>
Emergenti • Alternative

Chiara Vidonis La fame

2022 - FioriRari / distr. Believe

03/06/2022 di Arianna Marsico

#Chiara Vidonis#Emergenti#Alternative

La fame è il secondo disco di Chiara Vidonis, dopo l’esordio nel 2015 con Tutto il resto non so dove. Rispetto al carattere più marcatamente rock della prima prova il nuovo album mette in luce una voglio di giocare diversamente con i suoni, di sperimentare in modo nuovo.

La fame si avvale della produzione artistica di Karim Qqru (The Zen Circus), presente anche come musicista (batteria, basso, synth, chitarra elettrica). Sempre dagli Zen arrivano i “sodali” Francesco Pellegrini (fagotto in Lontano da me) e Fabrizio Pagni (piano e tastiere). Ad arricchire ulteriormente le sonorità arriva anche il violoncello di Alice Micol Moro Era meglio quando non capivo niente e La mia fame, brano in cui l’intreccio tra le parti vocali e la delicatezza degli archi è incantevole come il battere d’ali di una farfalla.

Ascoltando La fame si percepisce la stratificazione di emozioni e vissuto che ha fatto sì che il disco non uscisse tanto per uscire ma fosse pensato e voluto in ogni dettaglio. La cantautrice dichiara al riguardo: “Quando ho capito di avere le canzoni giuste per un secondo disco, mi sono chiesta cosa tutti questi brani avessero in comune […]. Non sapevo dare una risposta precisa, qualsiasi idea mi sembrava forzata, come spesso accade quando si prova a spiegare quello che è il frutto di un processo creativo […]. Ho lasciato quindi che le mie canzoni mi parlassero di loro […] e quello che mi è venuto in mente subito sono state due semplicissime parole che al loro interno contengono un mondo: La fame. La fame è quello che ci fa sempre procedere in avanti, è quell’istinto che ci fa rispondere ai nostri bisogni più bassi ma anche a quelli più alti, la fame ci comanda e fino a che c’è la fame siamo vivi.”

E l’essere vivi comprende tanta fragilità. Ne è una chiara ammissione il brano iniziale La mia debolezza (“Ma come hai fatto a sopportarmi io non trovo le parole come hai fatto a perdermi? […] Mostrami la mia debolezza e cos’è l’amore per te/Siamo qui a parlare come fosse la prima volta/E invece sai si perde, si perde e poi si vince”). Su note che sembrano date come le pennellate puntiniste, ascoltando ogni dettaglio ci si accorge che niente è come sembra. La voce di Chiara si muove tra registri diversi con maestria, ora sensuale e annoiata, ora acuta, ora smarrita. Talento naturale dietro un incedere più pop, pone domande su quello spirito di adattamento, a volte estremo, che spesso ci permette di andare avanti nonostante tutto: “sopravvivere al dolore come fossi un animale”. Era meglio quando non capivo niente chiude l’album con un titolo che già da solo è una dichiarazione di intenti, l’inconsapevolezza che protegge dal vero “che è brutto” come diceva Leopardi. Piano e violoncello accompagnano questa sensazione di raccoglimento, quando si parla a se stessi o a quei pochi che possono capirti.

La fame è un disco emozionante, in direzione ostinata e contraria rispetto all’ossessione dell’autosufficienza. Ci si scopre meravigliosamente imperfetti e bisognosi di ascolto e relazione.

Track List

  • La mia debolezza
  • Quello che ho nella testa
  • Lontano da me
  • L&rsquo;inizio
  • La mia fame
  • Talento naturale
  • Come i sassi
  • Era meglio quando non capivo niente