Blue Rodeo In Our Nature
2013 - Blue Rose / IRD
A ventisei anni esatti di distanza dall’esordio di Outskirts e a quattro dal doppio The things we left behind (disco di buon livello, ma un po’ troppo dispersivo), i Blue Rodeo ritornano alla grande e pubblicano il tredicesimo lavoro di studio, dando ancora una volta prova di una creatività mai sfiorita, anzi rinvigorita e maturata nel corso del tempo. In our nature lo possiamo così tranquillamente collocare accanto ai due capitoli più importanti del gruppo, tanto convincente appare la riproposizione di un suono che, ormai lo possiamo dire, ha fatto storia. L’atmosfera rilassata e familiare in cui è stato registrato ha certamente giovato alla sua realizzazione: come già successo per Five days in July, i membri si sono ritrovati a suonare nella fattoria di Greg Keelor, leader storico insieme al sodale Jim Cuddy, ognuno a proprio agio in una stanza separata, ed hanno quindi potuto beneficiare dell’influsso positivo offerto da condizioni ambientali decisamente favorevoli al rinsaldarsi di un forte spirito collettivo. Se Music from Big Pink non fosse già stato usato dai loro illustri predecessori, Music from a Big Farmhouse sarebbe potuto essere il titolo più adatto per descrivere il feeling e il calore da cui è nato il disco!
L’ascolto di In our nature è un entusiasmante susseguirsi di emozioni a partire dall’iniziale New morning sun, paradigma del più cristallino country rock insieme a Mattawa e Tell me again, sino alla conclusiva Out of the blue, tratta dal repertorio di Robbie Robertson, tributo che mi piace pensare come il riconoscimento del debito di riconoscenza nei suoi confronti. Tra i due estremi, solo per citare gli episodi più significativi, Made your mind up, trascinante ballad pianistica condotta dalla voce ispiratissima ed energica di Cuddy, Wondering, un’altra ballata affascinante e introspettiva in carico questa volta alla voce più roca e profonda di Keelor e la stupefacente title track In our nature, altrettanto intensa ed evocativa. La coppia di autori (tutti i brani sono firmati a quattro mani da Keelor e Cuddy) produce composizioni di ampio respiro che conservano la stessa magica immediatezza degli esordi e si arricchiscono nel trasparire di una vena più meditativa e matura che smussa il fervore rock dei primi album a favore di una maggior varieta di toni espressivi. L’intreccio delle loro voci genera un’alchimia del tutto unica e irresistibile, l’apporto dato dalle tastiere di Michael Boguski si rivela prezioso così come altrettanto valido è il contributo offerto dagli altri membri del gruppo, primo fra tutti quello di Bob Egan che si alterna al banjo, mandolino e pedal steel in una varietà di interventi puntuali e significativi.
E’ quindi un piacere ritrovare i Blue Rodeo in forma così smagliante: In our nature aggiunge alcune perle di grande valore al songbook invidiabile dei canadesi e conferma tutte le loro migliori qualità! Chi li segue dagli inizi non potrà che apprezzare la gradevole freschezza dell’album, chi invece si accosta solo adesso alla loro musica scoprirà tutto il calore e l’energia che il gruppo riesce sprigionare!