Genovese classe 1956 Forin non è proprio un adolescente ma è al suo esordio ufficiale. L’artista vanta trascorsi di collaborazioni ed iniziative episodiche che comunque hanno gettato le basi per un lavoro di autore prodotto in autonomia con molto gusto e sincerità.
I riferimenti generali sono Paolo Conte e Roberto Vecchioni miscelati a basi musicali leggere, arrangiate con molta cura dal pianista jazz Roberto Logli, che vanno da echi pop anni ’50 e ’60 (i coretti femminili) uniti a spruzzate jazz, blues e latine.
La parte melodica è principalmente affidata alla voce mentre nel comparto strumentale risaltano principalmente i contributi ritmici; le percussioni di Marco Fadda e di Marica Pellegrini danno un movimento ai brani sempre in equilibrio tra gradevolezza, semplicità e raffinatezza.
I temi trattati si riferiscono a storie di ordinaria quotidianità vissuta con disincanto e ironia; cronache di amori delusi e disillusi, situazioni di dropout metropolitani, disagi che la routine dell’imperfezione trasforma in quadretti, il tutto visto con un occhio da lupo solitario nostrano.
Infine la capacità di scrittura dei testi, semplici ma intensi, con frasi ficcanti e simboli ricorrenti; l’autobus che si aspetta e si perde è un bel simbolo della solitudine ritratta in una situazione di apparente normalità, il bar e il vino rappresentano l’isolamento in ambiente pubblico a causa della distanza tra i propri problemi e i discorsi degli astanti, il barbone che pensa di essere su di un’astronave con le sue scarpe rotte è una figura quasi canonica dell’emarginazione, il tempo che sta preparando le pratiche è una metafora splendida nel suo richiamo quasi burocratico, la via crucis metropolitana è una definizione efficacissima per il dramma dell’immigrazione.
Ma niente appare drammatico o ancor meno tragico; prevale un senso di pacato e scanzonato distacco, sottolineato da impasti musicali leggeri in contro colore rispetto ai testi.
Un bel lavoro cantautorale, più da artigiano che da ricercato professionista; con il calore di un prodotto costruito dalla mano dell’uomo e non dalla macchina a controllo numerico.