
Anna B Savage in|FLUX
2023 - City Slang
Con il primo disco forse la Nostra si era più abbandonata ad una certa spontaneità e urgenza espressiva: questo in|FLUX sembra quasi voler ribaltare gli obbiettivi che Anna si era data, ma così facendo l’album nel suo complesso ci sembra meno spontaneo, più ragionato e questo gli toglie un tanto di quel fascino di ieri.
I suoni acustici si accompagnano ancora ad un’elettronica urbana che scava in quelle parti dell’anima più irrequieta, lo schema delle canzoni si aggroviglia all’interno di dialoghi che possono essere sia immediati e ordinati che prepotenti e litigiosi: forse la title track è emblematica in questo, dove cambiamenti schizofrenici, o arrangiamenti per fiati si contrappongono tra loro in un gioco davvero riuscito, in maniera totalmente differente da come Anna ci saluta, chiudendo il disco con la delicata Orange, o rispetto a una classica ballad alla Pink Moon, Hungry.
Se si pensa alle atmosfere misteriose in apertura di disco (Ghost), o alle progressioni di Pavlov’s Dog, spesso il disco ci ha portato a capogiri, disorientamenti, ci ha messo in discussione e anche affascinato, ma alla fine ci ha lasciato un po’ con la sensazione di non aver capito le vere intenzioni artistiche di Anna B Savage, se mai ce ne fossero state. Questo elemento ci ha portato più volte a ricominciare da capo e a capire che le contraddizioni fanno parte del nostro essere umani e forse dobbiamo accettarci così.
Ti terremo d’occhio, Anna.