An Harbor May
2017 - This Is Core Records/ Believe
An Harbor è sostanzialmente il progetto solista di Federico Pagani, musicista piacentino già noto per la sua militanza in svariati gruppi musicali e la sua breve partecipazione al programma televisivo X – Factor.
Nonostante il noto talent, dimostrandone l’inutilità, non si sia interessato al giovane cantautore scartandolo anticipatamente, quella decisione, tutto sommato, è risultata positiva poiché per Pagani si sono spalancate porte di ben altro tipo.
Lasciatosi alle spalle questa futile esperienza, An Harbor esordisce sulla lunga distanza con il disco May, un lavoro dalle buone intenzioni melodiche inserito a pieno in un contesto pop, esteso al rock e che si porta dietro stralci di generi tradizionali come il country e il folk.
Le canzoni del disco sono di presa diretta, musicalmente orecchiabili, scorrono leggere una dopo l’altra, raccontando storie semplici, ma importanti, come possono essere l’amore o l’odio, ma anche la voglia e la necessità a non mollare mai nella vita o la musica stessa. Presentata a X – Factor, By The Smokestack è il principio di tutto, l’incipit sonoro che ha portato alla nascita di May, che già dal titolo trasuda tutta la sua solarità musicale.
La partenza in chiave rock di Minerva Youth Party spiana la strada alle altre composizioni dallo stesso impatto sonoro come Meet Yourself, mentre fanno da contro parte le venature delicatamente pop di canzoni come The Highest Climb, Shine Without A Light e Like A Demon in cui troviamo Pagani duettare con Tight Eye (all’anagrafe Giulia Bonometti).
Un disco che dice poco di nuovo e che a tratti ricorda altre cose, ma che vale la pena ascoltare per la qualità dei brani, per la buona registrazione ed esecuzione, in particolar modo quella vocale che canzoni come The Highest Climb, By The Smokestack o Like A Demon sembrano esaltare, e trovare la giusta predisposizione nella dimensione acustica di Come Armed Or Come Not All e della conclusiva Not Made Of Gold.
Buona la prima, An Harbor si candida ad essere una delle giovani promesse mainstream della nostra scena musicale.
Nonostante il noto talent, dimostrandone l’inutilità, non si sia interessato al giovane cantautore scartandolo anticipatamente, quella decisione, tutto sommato, è risultata positiva poiché per Pagani si sono spalancate porte di ben altro tipo.
Lasciatosi alle spalle questa futile esperienza, An Harbor esordisce sulla lunga distanza con il disco May, un lavoro dalle buone intenzioni melodiche inserito a pieno in un contesto pop, esteso al rock e che si porta dietro stralci di generi tradizionali come il country e il folk.
Le canzoni del disco sono di presa diretta, musicalmente orecchiabili, scorrono leggere una dopo l’altra, raccontando storie semplici, ma importanti, come possono essere l’amore o l’odio, ma anche la voglia e la necessità a non mollare mai nella vita o la musica stessa. Presentata a X – Factor, By The Smokestack è il principio di tutto, l’incipit sonoro che ha portato alla nascita di May, che già dal titolo trasuda tutta la sua solarità musicale.
La partenza in chiave rock di Minerva Youth Party spiana la strada alle altre composizioni dallo stesso impatto sonoro come Meet Yourself, mentre fanno da contro parte le venature delicatamente pop di canzoni come The Highest Climb, Shine Without A Light e Like A Demon in cui troviamo Pagani duettare con Tight Eye (all’anagrafe Giulia Bonometti).
Un disco che dice poco di nuovo e che a tratti ricorda altre cose, ma che vale la pena ascoltare per la qualità dei brani, per la buona registrazione ed esecuzione, in particolar modo quella vocale che canzoni come The Highest Climb, By The Smokestack o Like A Demon sembrano esaltare, e trovare la giusta predisposizione nella dimensione acustica di Come Armed Or Come Not All e della conclusiva Not Made Of Gold.
Buona la prima, An Harbor si candida ad essere una delle giovani promesse mainstream della nostra scena musicale.
