Alessandro Lanzoni Bouncing With Bud
2024 - Fresh Sound New Talent / IRD
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La sfida è di quelle da far tremare i polsi. Riflessivo, compassato, melodico, a tratti genialmente ondivago, lo stile di Lanzoni sembra essere lontanissimo da quello energico e scintillante del pianista newyorkese, annoverando tra le sue fonti di ispirazione soprattutto Bill Evans, Keith Jarrett e tantissima musica classica. Il musicista toscano evita però con intelligenza il confronto diretto sul terreno del virtuosismo, scegliendo invece di rileggere dieci brani del Powell compositore, affiancati da due azzeccatissime tracce scritte per l'occasione (Bud on Chopin e Powellerie). Invece di “imitare”, per quanto sia possibile e praticabile, la tecnica di un grande maestro, Lanzoni si confronta con alcuni suoi brani-simbolo utilizzando un approccio diverso. Il procedimento prevede, dopo un avvicinamento fatto di richiami e di allusioni, l'analisi delle strutture dei temi e il loro arricchimento con gli elementi più peculiari del suo pianismo: il “trattamento” di Un Poco Loco o della title track valgono come efficacissime esemplificazioni. Ne risulta un Powell riletto in chiave moderna e proposto in una veste di grande sofisticatezza ed eleganza, senza però mancare di rispetto e soprattutto conservando lo swing e l'ironia degli originali.
L'operazione può piacere o meno, ma risulta sicuramente logica e coerente con una scelta artistica evidente, quasi dichiarata. Lanzoni si inserisce a modo suo nelle melodie di Powell, semplici e aperte, ma a tratti anche imprevedibili, ricche di scarti inaspettati. In Hallucinations si ascolti la lunga sezione dominata dalla progressione della mano sinistra. Bouncing With Bud e Monopoly spiccano per il gioco libero delle due mani, che si intrecciano su percorsi e tempi diversi. Dance of The Infidels si fa invece apprezzare per la logica implacabile della costruzione. Ma c'è spazio anche per scorci di incantato romanticismo, come in Time Waits o nella finale Powellerie. Pur senza sfoggi virtuosistici di alcun tipo, Lanzoni sembra comunicare quasi fisicamente il piacere di poter sviluppare la propria creatività pianistica partendo dalla musica di Powell. Le caratteristiche e la forza del modello di partenza rimangono ben evidenti, ma al contempo assistiamo allo sprigionarsi di un'identità e di una personalità musicale autonome, in uno dei migliori dischi di jazz italiano dell'annata.