Alessandro Fiori Questo dolce museo (cd)
2012 - Urtovox/Audioglobe-iTunes
Se nei precedenti lavori l'estro artistico del cantautore aretino si mostrava allo stadio embrionale, questa volta il genio è riuscito a venirne fuori, dimostrando talento sia nella scrittura che negli arrangiamenti. Il Fiori poeta riesce a far emergere dalla realtà domestica la giusta quantità di poesia, senza apparire barocco, nè al contrario estremamente ermetico. Riesce a dare il giusto peso alle parole, ad essere sobrio ed elegante anche quando implora elegantemente perdono (Scusami).
Ogni frase diventa un'immagine, una didascalia capace di suscitar sorriso, parole pensate e pesate, attraversate da un filo di ironia. Questo dolce museo è come un libro illustrato, è una passeggiata al riparo dalla superficialità, illuminati da sprazzi di vita quotidiana. Se pensate che visitare un museo sia una cosa noiosa, un consiglio: quest'album non fa per voi.
L'exploit della nuova veste di Alessandro Fiori è riassumibile in Giornata d'inverno, un'ossimorica ballata essenziale, un tappeto strumentale in perfetta armonia con la lirica plasmata a seconda delle intenzioni evocative dell'artista. Coprimi, ipnotica ed emozionante, si lascerebbe ascoltare in loop per ore ed ore; Il vento sembra proprio una filastrocca: è l'ode ad Eolo ed anche ciò che si avverte a malapena prende forma, colore e profumi.
“Il gusto di ritornar bambino”: è questo che motiva la carriera di Fiori, libero artista e soprattutto uomo libero, come mostra Il gusto di dormire in diagonale, per dire di no a posizioni scomode e restrittive, arbitrarietà allo stato puro.
Le melodie frivole ed allegre vengono sostituite da quelle seriose, simil-funebri: Sandro Neri non c'è più perché l'alcool l'ha ucciso, omaggio questo ad un amico scomparso qualche tempo fa; è un avvenimento drammatico cantato con semplicità, come solo i grandi sanno fare e a colorare la grigia marcia funebre ci pensano i violini sparsi qua e là.
In Questo dolce museo tra le altre opere esposte troviamo le confessioni d'amore e suoni artificiali di Mi hai amato soltanto, i ritmi decisi e le percussioni di Ti annunci piangendo, mentre mille violini si annidano in Bambina, un triste brano dagli arrangiamenti orchestrali.
Questo dolce museo andrebbe obbligatoriamente ascoltato, magari a scuola sin da piccoli: come il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, è una piccola lezione per bambini adulti, ma soprattutto per i grandi che hanno voglia d'alimentare il proprio fanciullino.