ALAN+ è il nome dietro il quale troviamo
Tony Vivona e
Alessandro Casini (già in
Deadburger,
Le Giardin des bruit e
No One Orchestra). È un progetto particolare, può definirsi spoken word music. Il loro incedere narrativo per certi versi porta a pensare agli
Offlaga Disco Pax, ma con uno sguardo decisamente più intimo e meno collettivista – militante. L’anamorfosi che dà il titolo al disco è definita dalla Treccani come “un tipo di rappresentazione pittorica realizzata secondo una deformazione prospettica che ne consente la giusta visione da un unico punto di vista (risultando invece deformata e incomprensibile se osservata da altre posizioni)”. Ed in quell’unico punto d vista sta la chiave di lettura del lavoro. Il testo della rarefatta
Collisioni parla chiaro: “percuoto l’aria/nel silenzio assoluto/col mio battito/dopo che la tua pelle/ha colliso/con la mia/dopo che mi hai accolto/e fatto morire/dentro te/immobili ascoltiamo”. L’unico punto di vista possibile è dal proprio interno.
Proseguendo nell’ascolto affiorano nella memoria anche brandelli dell’oscurità di
Nick Cave (la title - track
Anamorfosi) e del rumorismo degli
Einstürzende Neubauten (
Effimero inganno) seppur in qualche modo più fruibili.
L’ordine in cui si dispongono le tracce ha sempre un senso, e infatti lo ha
Ancòra, primo singolo e brano in apertura. È il giusto biglietto da visita di Anamorfosi, per quel giusto mix tra parole straziate e post – rock elettronico. Vi presenterà un mondo dalle cromature oscure e dense, che però sa essere improvvisamente accogliente, come
“un abbraccio regalato” (
Anamorfosi).