Bastards di dicembre
30/12/2015 - News di Mimmo Parisi
Chi avrebbe mai pensato che le ombre fossero dotate di creste? Sicuramente non in tanti. A colmare la lacuna e quindi arricchire il numero di individui sospettanti ombre con adeguata cresta, ci si sono messi anche i tre bravi componenti che costituiscono i Bastard Sons of Dioniso. Anzi, a dimostrazione di questa attività ludico/sociale, i nostri hanno pensato bene di titolare il loro recente singolo, “Sulla cresta dell’ombra".I Bastard Sons of Dioniso sono e al secolo, Federico Sassudelli, Jacopo Broseghini e Michele Vicentini. In un momento storico che vede la musica rallentata nelle sue manifestazioni, il trio originario della Valsugana cerca di portare avanti i suoi programmi. In molti ricorderanno che i figli del dio greco – che corrisponde al Bacco latino – hanno partecipato alla seconda edizione del talent show X Factor. Fu in quell’occasione che, sotto l’egida di Mara Maionchi, hanno potuto guardare con più sicurezza al loro futuro di artisti. A X Factor ottennero un meritato secondo posto e il premio della critica del programma.
“Sulla cresta dell’ombra”, come singolo, è stato pubblicato venerdì 11 dicembre. Tuttavia, già dal 4 dicembre, è stato lanciato un video con il remake di “Suite Judy Blue Eyes”. Questo brano, l’unica cover presente nella tracklist del Cd di gennaio, è stato inciso in passato da Crosby, Stills & Nash, uno dei gruppi più leggendari all’interno dell’universo rock mondiale.
Indovinare la logica che ha portato il trio dei The Bastard Sons of Dioniso (noti anche con la sigla TBSOD) a fare omaggio alla band americana è abbastanza semplice. Intanto i musicisti italiani sono tre come gli straordinari Crosby, Stills & Nash; poi, come questi ultimi, hanno in grande considerazione gli impasti vocali. Comunque, sono loro stessi a spiegare il motivo che li ha portati alla realizzazione della cover: “Molti anni fa, scoprendo questo mitico gruppo, abbiamo capito che le armonizzazioni vocali sarebbero diventate ben presto la nostra passione ed elemento caratterizzante. Il nostro modo di giocare con la musica. In particolare la Suite di Stephen Stills ci ha accompagnato per innumerevoli concerti: una montagna da scalare ogni volta, tra sudore e birre che volavano, ma che ci ha regalato molte soddisfazioni, dalla cima, lassù in alto. Ora, dodici anni più tardi, abbiamo deciso di farci un regalo: la registrazione in studio, da sobri, della nostra versione”.