Alvin Lee, guitar hero ante litteram
19/10/2014 - News di Mimmo Parisi
Un anno e mezzo fa, la scomparsa dell'eroe di I'm Going Home, personaggio straordinario dell'epoca che stava forgiando quella figura che tanto successo avrebbe avuto soprattutto negli anni 80'. Non è difficile risalire al tipo di mito al quale si faceva riferimento precedentemente: il guitar hero. Infatti e a dire il vero, quando Alvin Lee, Jimmy Page, Jeff Beck e tutti i capiscuola di quella levatura erano in auge, il guitar hero era un concetto poco affermato, i chitarristi erano 'veloci oppure no'; sostanzialmente un eufemismo per dire bravi o meno. Ovviamente la velocità non corrisponde al talento, tuttavia, guarda caso, i talentati sono tutti (anche capaci di essere) veloci.
Abbiamo regalato la qualifica di chitarra più veloce del West al nostro proto guitar hero, va bene, ma forse sarebbe il caso di dire la mano più veloce del West. Perché la mano? Non è una cosa secondaria ne pedante: la sottigliezza è ben spesa e indica la mano sinistra di Alvin Lee. Infatti, in qualche intervista al Nostro, i più accorti avranno notato i sibillini accenni che il grande Alvin faceva riferendosi alla sua mano destra e affermando che "…le note non bisogna mica plettrarle tutte…" ; va da se che, quindi, era la mano sinistra che correva, tramite la tecnica del legato, sul manico della sua Gibson. E' chiaro che per i chitarrofili di lungo corso il fatto non costituisce alcuna novità, tuttavia per fare un minimo di divulgazione, la segnalazione è d'obbligo.
Come per i grandi piloti di Formula 1, anche per questi musicisti è importante il mezzo che in questo caso si chiama Gibson S-335: ovvero, per gli amici, la Big Red. Questo strumento era stato fabbricato nel '59 ed Alvin vi era particolarmente affezionato. Molte delle aggiunte sulla superficie non erano precisamente legate a soluzioni estetiche, ma servivano a coprire, ad esempio, dei buchetti o comunque delle parti rovinate da rimaneggiamenti. Alvin aveva customizzato la chitarra aggiungendovi un single coil Fender, una nuova manopola, un fine tuning/blocca corde.
Alvin Lee è famoso per aver eseguito a Woodstock, insieme alla sua band Ten Years After, il brano I'm Going Home: non si era mai visto qualcosa di così strepitoso e, per quanto Hendrix sia La rivoluzione nella chitarra elettrica, nessuno può aver remore nel riconoscere il talento speciale di Lee. La sua storia con la band a un certo punto si ferma. Senza i Ten Years After ma con Steve Winwood, Jim Capaldi, Ron Wood e George Harrison, pubblica On the road to freedom negli anni 70'. Poi, inaspettatamente, costituisce la Alvin Lee & Company facendo da spalla ai suoi ex compagni di cordata Ten Years After. Non contento e, forse ironico, nel 1978 fonda i Ten Years Later con cui produce due album Rocket fuel e Ride on. Nel 2004 si avvera per il Nostro un sogno: pubblica Alvin in Tennessee, prodotto da Scotty Moore, chitarrista di Evis Presley. Alvin Lee più volte aveva dichiarato di aver imbracciato la chitarra per emulare proprio Scotty Moore.
In Gran Bretagna e con i Ten Years After, si classifica più volte tra i 40 album più venduti. Da solo riesce a incidere ben 14 dischi: l'ultimo è Still on the Road to Freedom nel 2012. Il 6 marzo del 2013 in seguito a un intervento chirurgico 'La chitarra più veloce del West' lascia la pista polverosa del lontano ovest terreno alla ricerca di altri spazi e altri sogni.