Quando Slash sogna

Quando Slash sogna


04/11/2018 - News di Mimmo Parisi

Quando un chitarrista ultra famoso sogna. Già, cosa può sognare uno che ha suonato con Axl Rose? Vivere il sogno per Slash significa proseguire il percorso a ritroso verso i fasti del mai dimenticato “Appetite For Destruction”. Tutto quello che ha fatto fuori dai Guns N’ Roses, infatti, presenta analogie più o meno marcate con il capolavoro targato 1987; è il desiderio di tentare per l’ennesima volta il recupero di quelle sonorità grezze, stradaiole ma al tempo stesso corpose – di quell’incredibile mescolanza di purezza e rabbia – a spingerlo a mettere su nastro le ruspanti The Call Of The Wild, My Antidote eMind Your Manners. Tre ottimi pezzi, per carità; ma è solo quando cita i Mötley Crüe più incarogniti nel riff iniziale di Serve You Righto ci sorprende con la partenza in stile quasi “MC5iano” di Read Between The Lines che il buon Saul Hudson dimostra di avere ancora qualche asso nel cilindro.

Dietro al microfono Myles Kennedy degli Alter Bridge ci regala la consueta prova da enorme professionista qual è, soprattutto nelle due ballatone The Great Pretender (splendida, con uno Slash sugli scudi a rendere omaggio in maniera magistrale al gigante del blues Gary Moore) e The One You Loved Is Gone (questa invece è terrificante, sembrano i 3 Doors Down!).

Tuttavia l’impressione che un cantante dalla voce bruciata da sigarette, alcol ed eccessi di ogni sorta possa maggiormente fare al caso di quei buzzurri di Slash e dei Conspirators (il chitarrista ritmico Frank Sidoris, il bassista Todd Kerns e il batterista Brent Fitz) persiste anche in questa terza collaborazione.