Intervista a Alba Ligorio:

Intervista a Alba Ligorio: "Il sacro catino"


17/10/2018 - News di Il seme bianco

Perché questo titolo?

Il protagonista del romanzo, Umberto, scopre, un giorno, nella sua città, Genova, un manufatto che i crociati portarono in Italia. Si tratta del piatto in cui Gesù Cristo aveva spezzato il pane nell’ultima cena, il giovedì santo. Incuriosito, Uberto decide di partire alla scoperta dei luoghi originari dell’antico piatto.

 

Chi è il personaggio o i personaggi principali del suo romanzo? Uberto, il protagonista, è un nobile genovese che ha appena riacquistato la memoria; Olfrenio, il suo compare, originario di Firenze, incontrato quando ancora non aveva memoria della sua vera identità, la spalla del protagonista, procacciatore di guai cui deve rimediare Uberto; Ermeninda, cugina del protagonista, sempre in conflitto con Olfrenio in un rapporto amore odio con lo stesso.

 

Quali sono i principali temi della sua narrazione?

La fede, trattata con toni umoristici, l’amicizia vera, messa alla prova ma sempre conservata, l’amore, ma soprattutto il tentativo dei personaggi di rendere divertenti anche i difetti umani.

 

A chi è rivolto questo romanzo? Quale è il suo pubblico ideale?

Il romanzo è umoristico, leggero, rivolto a chi desidera distrarsi dalla normale routine per sorridere. Il suo pubblico ideale sono gli adulti o i ragazzi amanti del genere sarcastico.

 

Quale è il messaggio racchiuso nella sua opera?

Il messaggio segreto è la mia personale visione della fede cristiana, una continua ricerca di Dio, nell’auto-accettazione di sé stessi, dei propri pregi, ma anche dei propri difetti, senza sensi di colpa, in una relazione d’amore libero.

 

Questo è il suo romanzo d’esordio? Se sì, cosa l’ha spinta a scrivere? No.

 

Quali sono gli scrittori, artisti o intellettuali che hanno influito sulla sua poetica e hanno rappresentato per lei dei modelli?

Manzoni, Camilleri e John Dickson Carr, grande esponente dell’enigma della camera chiusa.

 

Gli ultimi tre libri che ha letto?

Gli arancini di Montalbano” di Andrea Camilleri, “Il mastino dei Baskerville” di Sir Arthur Conan Doyle, già precedentemente letto, “Poirot a Styles Court” di Agatha Christie.

 

C’è ancora spazio per la parola stampata in un mondo dove tutto è immagine?

Dovrebbe essere più promossa la lettura presso i ragazzi, io ho quattro figli e nessuno di loro apre un libro, neanche quelli che regalo loro. Però ci sono ancora molte persone che amano leggere e mi auguro ce ne saranno ancora. Cosa c’è di più rilassante, in vacanza, che leggere un romanzo per non pensare ai doveri quotidiani, per isolarsi dalla realtà?

 

Ha già un’idea per il suo prossimo romanzo?

Ho già terminato il seguito de “Il sacro catino” e sto iniziando a scrivere la quarta parte.