
live report
Los Lobos Senigallia / On The Beach lungomare Mameli
Dopo un dj set troppo lungo e tedioso, i Los Lobos (Cesar Rosas, Louie Perez, Conrad Lozano, David Hidalgo e Steve Berlin) guadagnano il palco in silenzio e semplicità, senza clamori ed effetti speciali. Con loro successivamente anche Enrique Gonzales, fedele compagno di avventura alle percussioni. Nella parte iniziale dello show imbracciano strumenti acustici e raccontano una storia che profuma di radici messicane e terre di confine, scavano nel profondo della tradizione e rilasciano sentimenti forti di appartenenza, amore e religione. Dall'iniziale Canto a Veracruz "yo le canto con amor/a mi tierra tropical", proseguendo con Mexico Americano "Yo soy de la raza de oro/Yo soy Mexico Americano", Colas, El Cascabel, la gigantesca La Pistola y El Corazon, fino a Los Ojos De Pancha e El Cuchipe. Chitarre, fisa, mandolino e banjo, schierati uno di fianco all'altro fissano momenti musicali di pazzesca intensità, fieri e orgogliosi, una storia forte di passione e amicizia, la band come una famiglia, compatti e uniti.
La sensazione di compattezza diventa ancora più evidente nel momento in cui imbracciano le chitarre elettriche per la seconda parte del set. A quel punto innalzano un muro sonoro semplicemente devastante, micidiale e travolgente, senza confini e steccati sonori. Spaziano con estrema disinvoltura e naturalezza da un genere all'altro, abbracciano il rock, il blues, il folk e il rock'n'roll e la toccano piano quando approcciano il southern e le jam sessions. Come On, Let's Go e Shakin' Shakin' Shakes scatenano la forza del rock'n'roll primigenio, mentre Chuco's Cumbia e Mas y Mas dilatano all'infinito un rock latino ipnotico, scuro e trascinante, Don't Worry Baby insieme a I Got Loaded parlano un slang da bassofondi newyorkesi e La Venganza De Los Pelados scava negli anfratti di una cumbia melmosa e sporca.
Non c'è un attimo per tirare il fiato, Cesar Rosas piccolo e tosto incarna lo spirito rock della band, il santino di Hendrix sul comodino e sangue ispanico a irrorare le corde della chitarra, chiama a più riprese la partecipazione del pubblico e dirige i cori. David Hidalgo è un totem monumentale, immenso, imbraccia la chitarra e la fisa come fossero giocattoli e canta con una voce soul morbida e avvolgente. Louie Perez è chitarrista prezioso e anima latina, Steve Berlin innerva con il suo sax il sound metropolitano e notturno della band, Conrad Lozano è uno stantuffo incessante e preciso, con il suo basso non perde un colpo, perfettamente in sintonia con la batteria di Gonzales.
I bis si aprono con il botto, perché sul palco stavolta ci sono i Los Blasters e allora "playing guitar on the back porch", pronti, via, si lanciano in una Marie Marie ancora più sporca e danzante dell'originale. Arriva poi il momento tanto atteso, irrompe La Bamba con la forza dirompente del suo riff micidiale e si trascina dietro tutta la spiaggia. Partecipano alla festa anche i Rascals di Good Lovin' in un medley senza fine. Chiudono con Georgia Slop, un altro tour de force chitarristico arrembante e adrenalinico. Just another band from East L. A.