Graham Nash

live report

Graham Nash Bollate/ Villa Arconati

05/07/2018 di Laura Bianchi

Concerto del 05/07/2018

#Graham Nash #Rock Internazionale#Songwriting

What a beautiful place to play!

La voce di Graham Nash risuona nello splendido scenario del parco della Villa Arconati di Bollate, per il primo concerto del consueto, prestigioso, festival estivo, e ultimo in terra italiana del singer songwriter inglese, icona della West Coast degli anni Settanta, insieme ai suoi compagni Crosby, Stills e Young.

L'ammirazione di Nash è genuina e ispira un set perfetto, coeso e emozionante, ripetutamente sostenuto da applausi entusiastici di in pubblico non numerosissimo, ma concentrato e partecipe, che alla fine si assieperà in transenna a cantare quelli che, più che canzoni, sono veri e propri inni generazionali, anzi, transgenerazionali. Infatti non sono solo coetanei del settantacinquenne a seguire l'invito di Nash al sing-along, ma ci sono anche molti giovani, forse affascinati dalla densità di senso che emanano figure come la sua; una pregnanza e una coerenza fra artista e uomo, che oggi sembrano essersi smarrite, stritolate dallo show business. E sono proprio la profondità dei testi, la nobile tessitura delle voci e dei suoni (al suo fianco, il poliedrico ed elegante fuoriclasse delle sei corde Shane Fontayne, e l'indispensabile tastierista Todd Caldwell, spesso impegnati in cori e harmonies, che rievocano i fasti del celebre supergruppo), e la straordinaria attualità dei brani a dare la misura di un concerto superlativo, senza effetti speciali né complessi marchingegni, ma senza nessuna sbavatura, costruito con meticolosa professinalità, ma anche con un cuore e una passione invincibili, sia quando Nash si abbandona ai ricordi più lontani e dolenti, sia quando affronta tematiche contemporanee.

L'amore sconvolgente per Joni Mitchell, alla quale dedica Our House, raccontando di aver sofferto per lei, ma anche di averla trovata migliorata, dopo l'aneurisma che la spinse in coma; la genesi del capolavoro Wind on the water, con la visione, nell'oceano che stava solcando con l'amico Crosby, di un'immensa balena dal fascino Melvilliano; la riflessione sull'episodio che lo vide respinto alla frontiera statunitense, e che gli ispirò Immigration Man, dall'attualità sconvolgente; l'omaggio alla, parole sue, best band ever, The Beatles, con una A day in the life, in cui i tre non fanno rimpiangere l'orchestra usata da George Martin nella versione originale per i Fab Four; l'invito a cantare con lui da Our House in poi, per quattro bis da cardiopalma, uno dei quali, Everyday, in omaggio al conterraneo di Caldwell, Buddy Holly, cantato quasi a cappella, chitarra e tre voci; la dedica di Teach your children al nuovo promoter italiano del gruppo e a un bimbo di due anni, intento a seguire la musica coi genitori, a cui Nash dice We have to learn from you!: nel caso in cui non bastasse la sublime qualità artistica del concerto, si aggiungano questi momenti, che la dicono lunga sull'empatia e sull'umanità di un eterno giovane.

We can change the world...yes we can! , esclama Nash cantando Chicago, subito dopo l'altro inno di ribellione e libertà Ohio; e in questi tempi, abbiamo tutti bisogno di una voce amica e luminosa, che ci spinga a guardarci dentro, e a ritrovare nuovo slancio, nel nostro incedere incerto su questa crosta di terra.

(FOTO DI GIOVANNI DANIOTTI)

SETLIST

Military Madness

Marrakesh Express

I used to be a king

Immigration Man

Right between the eyes

Bus Stop (The Hollies)

Wasted on the way

Wind on the water

A day in the life (The Beatles)

Sleep Song

Lady of the Island

4 + 20

Just a song before I go

Orleans /Cathedral

Our House

 

BIS

Ohio

Chicago

Everyday (Buddy Holly)

Teach your children