Trevisan

interviste

Trevisan Il video di 13

28/12/2017 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Trevisan#Emergenti#Songwriting

In anteprima il nuovo video del cantautore tra la profondità del dolore, folk e cantautorato gucciniano, tra disegni di ricordi, chitarre, volti, tra penna e colori.
Nuovo video per Trevisan, realizzato animando una serie di sketchbook. La canzone, tratta dal disco d’esordio come solista Questa sera non esco, è 13, che, tra cantautorato quasi gucciniano e folk, racconta il dolore tremendo che segue la fine di una storia d’amore. All’idea di vivere un amore profondo come non mai subentra la percezione di una sofferenza altrettanto profonda. Nei disegni ricordi, il dolore negli occhi e nel cuore, dischi e audiocassette, volti che si sovrappongono, animali colorati o appena abbozzati, penna e tinte vivaci, chitarre e locandine di concerti. 13 appare una canzone triste, ma che cerca di resta al di qua del drammatico, di restare asciutta e spontanea. Da vedere e ascoltare.

Scriveva Laura Bianchi nella sua recensione del disco:

Come fa un bergamasco a essere autenticamente punk? E a fare convivere la vena rock con la devozione per Tom Waits? E cosa si prova a esordire con un album solista in italiano, dopo vent'anni trascorsi in giro per i palchi a suonare pezzi stranieri? Chiediamolo a Matteo Trevisan, ottimo chitarrista dalle esperienze molteplici e dalla vena compositiva amara, disincantata, ma potentemente ironica, che da Bergamo si muove per i territori della canzone d'autore con coraggio e sincerità, mettendo a nudo il proprio vissuto nel suo primo disco, Questa sera non esco… […] Amori passati, problemi contingenti, ma imprescindibili, nostalgie, descrizioni e consolazioni (consolarsi è un vizio di famiglia, canta nella traccia iniziale, programmatica, Il mio disco nuovo) animano i nove pezzi dell'album, sorretti dal fingerpicking esistenziale di Trevisan e dalla sua voce schietta e ruvida, fra Dylan e Tom Waits, a cui peraltro è dedicato uno dei brani più intensi e diretti…

Notavamo invece nello speciale con i testi dell’album:

L’artista propone un folk scarno che è graffio e disegno essenziale, seme semplice che sedimenta da sé, ma apre la sua musica anche a chitarre slide, all'amore mai sopito per il rock, ad atmosfere notturne à la Tom Waits, ricreate con pochi tocchi delicati, a fili e trame elettriche o raramente sintetiche (Il mio disco nuovo), tese come vene profonde di inquietudini quotidiane.

Si osserva invece nel comunicato ufficiale sull’album:

Trevisan sa essere profondo e sa scherzare sulle cose, prendendole con leggerezza anche se fanno male. Ci dice che non è un essere eccezionale, che “la notte vado a lavorare e canto le canzoni che mio padre mi ha fatto amare”, come racconta in 'Giuliana', che raccoglie tutta la migliore tradizione cantautoriale italiana e la fa esplodere nel più liberatorio dei “lalalala”. L’anima romantica non la perde mai, ma senza essere sdolcinato, che tutto parte dal punk- rock e al rock ritorna. L’abilità vera è quella di accorpare più ispirazioni e trasformarle in qualcosa di diverso. Trevisan riprende tutto per declinarlo a modo suo, scioglie gli elementi d’oltremanica e d’oltreoceano e li ricompone con la sua penna in una personalità che è quella di un solido cantautore italiano, nelle curve dolci come negli spigoli che ogni canzone nasconde. Perché se a quarant’anni si riescono ad apprezzare maggiormente le piccole cose, saperle descrivere al meglio non è un dono da tutti.

Dal vivo Trevisan è accompagnato da Alessandro Rossi alle chitarre elettriche (Verbal), Sebastiano Ruggeri alle percussioni (Verbal, Pulsar Ensemble) e Maurizio Bonfanti al basso (Il Garage Ermetico); le prossime date live saranno il 6 gennaio a Bergamo e il 17 ad Albino.

Contatti:

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ETICHETTE
LP 12" in vinile | Wild Honey Records

https://wildhoneyrecords.bandc amp.com

CD | Fumaio Records

https://fumaiorec.bandcamp.com  | fumaiorecords@gmail.com