Johnny Cash

Johnny Cash L`autobiografia


Baldini Casdtoldi Biografie | Musica

27/12/2012 di Eliana Barlocco


Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono...che di un autore contano solo le opere...Perciò dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta all'altra”  o ancora “ogni volta che rivedo la mia vita fissata e oggettivata sono preso dall'angoscia, soprattutto quando si tratta di notizie che ho fornito io...ridicendo le stesse cose in altre parole, spero sempre d'aggirare il mio rapporto nevrotico con l'autobiografia”  (Italo Calvino)


La lettura di un'autobiografia è sempre un'esperienza di vita. E per esperienza di vita intendo la comprensione piena e profonda dei due termini: esperienza e vita. Si ripercorre letteralmente ogni momento della storia personale di un uomo, in questo caso specifico parliamo dell'esistenza di Johnny Cash (The Man in Black). A pennello cadono quindi le due esplicitazioni di un nostro grande uomo (il Calvino, appunto).

Riflettiamo un attimo: dal punto di vista dello scrivente mettere nero su bianco i propri pensieri è sì un esercizio catartico e liberatorio, ma altrettanto spaventoso è poi doverli rileggerli, soprattutto se si è stati sinceri dapprima con se stessi e a seguire con gli altri.

L'autobiografia è un esercizio estremamente profondo (avete mai provato a tenere un diario?); si scava in se stessi tentando di fare emergere al meglio il peggio di noi stessi. E la vita di Cash non è certo stata limpida, segnata sì dal country (il country ha dato calore alla mia vita), dall'amicizia, dagli affetti, ma anche dalla morte, dalla dipendenza, dagli abissi e dalla faticosa risalita verso la luce (per quel che ho potuto imparare da anni di dipendenza e di riabilitazione, ognuno è artefice della proprio salvezza).

Recentemente ho letto che questo libro è stimolante, ma troppo conciliante per risultare davvero rivelatorio.....ma cosa può rivelare di più di quello che noi fruitori apprendiamo dalle opere stesse dell'artista? (e qui ritorna Calvino). Ci può forse far amare o odiare di più l'opera del nostro autore? Al massimo possiamo cercare di capire meglio il momento che ha portato ad una creazione....ma anche quello è e rimarrà sempre un mistero tra l'artista e l'opera.

Il libro ci restituisce un Cash - uomo dalle mille sfaccettature: tenero, geniale, egocentrico, riconoscente, religioso, attento, beffardo. Insomma un diamante grezzo (e lo si evince osservando attentamente il bel ritratto in copertina) che la sferzante potenza della vita stessa (in positivo e in negativo) ha lavorato fino a renderlo quello che in realtà ci appare...un uomo che dinanzi al suo pubblico ritorna bambino: Era come essere tornato a Dyess, mentre cantavo insieme a mia madre sotto al portico di casa in una notte stellata del 1940...finalmente anche il pubblico sembrava apprezzare quella sensazione che avevo vissuto nella mia infanzia.