La città degli alberi<small></small>
Emergenti

Kabìla La città degli alberi

2008 - Ai-Music

30/07/2008 di Massimo Sannella

#Kabìla#Emergenti

Suoni, logiche, culture, sguardi meticci. Ancora segni di resistenza e proposta cultural-popolare da un piccolo ritaglio di Toscana al confine con l’Africa. Un disco mezzosangue, di quelli meno disposti ad accordarsi al vento della banalità del cosiddetto “folklore delle poetiche individuali”; di quelli a “mantice”, che aspira e inspira in tutta la capienza d’azione l’aria del viaggio, dell’incontro e della fusione e viceversa; equivalente sonoro di una memoria sonico-visiva capace di attivare “un click” pregnante di “Savana Valdichiana United”.
Agli antipodi dell’abusato calligrafismo combat, gli Aretini Kabìla (Mirko P.Esse voce, piano e tastiere; Emad Shuman, voce solista; Marco Patriussi, batteria e percussioni; Cristiano Rossi, chitarre e sax; Muauia Alabdulmagid, ‘oud; Giacomo Chiarini, basso) intrecciano, nel loro album “La città degli alberi”, un macramè etno-pop piacevole e speziato, con l’Africa a fare da epicentro alle undici tracce, poetico e muesli nel cantato italiano/arabo e in tutta quella predominante oniricità messaggistica di pace e fratellanza che ne fa un lavoro “dedicato”, rivolto all’infuori, solidale.
Prodotto da Massimo Giuntini (ex Modena City Ramblers), nella “Città degli alberi” suonano inoltre Vieri Bugli, Stefano Patriussi, Tall Abdoulaye, Francesco Moneti e Massimiliano Fabianelli (ambedue ex MCR). Il suono della mescolanza, della contaminazione, a tratti gode di picchi altisonanti, ma in taluni passaggi quasi incespica, scivola in acquosità fin troppo pop(istiche) che potrebbero deviare – in una lettura veloce – nella deriva della svalutazione approssimativa o perlomeno intaccare la credibilità dell’intero lotto: climax Battistiani in “Notte in Sierra Leone” e “Un futuro che nasce a sud”, il jingle spot alla Tullio De Piscopo-Dario Baldan Bembo di “Al centro del villaggio globale”. Poi però ci si rende conto che sono solo piccoli dettagli “fuoriusciti” e che non inficiano la struttura portante di un tutto sommato “bel viaggio” sonoro.
In alcuni spartani momenti il “magico whistle” degli MCR si rifà sentire, ma è solo una eco che si fonde nei fruscii sabbiosi de “La città degli alberi”, nel miraggio ventoso di “Concerto d’Africa” e negli arabesque all’hennè de “L’oasi del tempo”. Con lampi d’eleganza avanzano “I passi nel viaggio” e “Ricordi d’Africa” che hanno la particolarità di galleggiare tra le dune temporali del nulla e del tutto, che ponteggiano tra Mediterraneo, Radiodervish e la migranza blu elettrico del ghibli, due tracce che “subdolamente” rimettono l’ascolto allo start di partenza, e ancora, ancora, fintanto che la febbre del Mal d’Africa made in Arezzo ti faccia suo.
Etnico e contemporaneo, trattamenti acustici e spruzzate di elettricità aprono “le porte” della comunicazione, Nord e Sud del mondo si parlano in suoni e si scambiano affinità e dignità. Kabìla affrettatevi a stupirci di nuovo!

Track List

  • La città degli alberi|
  • Concerto d’Africa|
  • L’oasi del tempo|
  • Il mare di metallo|
  • Notte in Sierra Leone|
  • La forbice del Nilo|
  • Al centro del villaggio tribale|
  • I passi nel viaggio|
  • Canto di sirena|
  • Ricordi d’Africa|
  • Un futuro che nasce a sud

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