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Edoardo Chiesa Il video de Il filo e i testi del nuovo album
Vi presentiamo in anteprima il nuovo video di Edoardo Chiesa, "Il filo", una riflessione sui tempi frenetici in cui rischiamo di perderci tra connessioni, luci e traffico. In anteprima anche i testi dal nuovo album "Le nuvole si spostano comunque", che racconta l'ossessionante bisogno di controllo, la vita iper-regolata e meccanica di oggi che fa smarrire il contatto con sé stessi, l'amore che porta i fiori sui balconi e le giornate storte fitte di spigoli.
Si sceglie un lavoro solo per lo stipendio che può garantire, si adoperano le tecnologie non come mezzo, ma come fine, si intrecciano rapporti sempre più superficiali e distanti, legati dal filo della tecnologia che potrebbe spezzarsi tirandolo un po’ per avvicinarsi. Su questo e altri temi ci spinge a riflettere il nuovo singolo radiofonico del cantautore Edoardo Chiesa, intitolato Il Filo e accompagnato da un videoclip, girato con l'iPhone dallo stesso artista insieme a Marta Ballestrero e prodotto da L'Alienogatto. Il brano anticipa il nuovo album Le nuvole si spostano comunque e ben rappresenta la ricetta sonora totalmente analogica e l’impronta acustica del disco, in cui si possono ascoltare solo voce, chitarra, basso e batteria, con “un'attenzione al dettaglio determinante e al calore del suono ottenuti con una registrazione in presa diretta e su nastro”. Il cantautore dice del suo nuovo lavoro: "Quando ho deciso di dedicarmi ad un nuovo disco – racconta lui – avevo ben chiaro in mente che cosa volevo. Si trattava di fare un disco che, rispetto al primo, si muovesse di più sulla sfera emotiva e lo facesse con pochi ma efficaci elementi. Volevo che i suoni al suo interno fossero reali e caldi e che il cantato non urlasse, ma raccontasse. Volevo qualcosa di semplice ma allo stesso tempo potente e vero".Dopo l’ottima accoglienza dell’esordio Canzoni sull’alternativa e oltre cento date in due anni, il cantautore torna coniugando suoni folk e pop, in un’essenzialità accattivante. In questo pezzo riff acustici e ritmi orecchiabili accompagnano una riflessione arricchita dagli spunti offerti dal video, girato a New York la scorsa estate e tutto giocato “sulla contrapposizione tra l'immobilità del protagonista e gli scenari frenetici in cui è calato. Come se si fosse fermato per un attimo e si sentisse alieno in mezzo al caos e alla superficialità quotidiane.”
Così il protagonista, lo stesso cantautore, che vorrebbe migliorare la sua vita e portarla nella direzione opposta e contraria rispetto alla preoccupante corrente odierna, rallenta e resta quasi stralunato dinnanzi alla frenesia di persone, luci, mezzi pubblici, scale mobili, della vita della metropoli che pulsa in modo quasi insensato.
Il brano presenta un’esistenza di luci artificiali, di contatti che ci illudono di non essere soli, una vita virtuale che ci fa smarrire la manualità e a cui occorre ricordare il profumo del mare e il sapore del vento.
Vi presentiamo anche i testi di tutte le canzoni del disco, in cui troviamo modi di guardare il mondo, passi che rincorrono le ombre, le paure di chi vive come in un acquario o restando alla finestra ad osservare le nuvole, come se si dovesse spostarle e governarle, tanto è ossessionante il bisogno di controllare ogni particolare delle proprie giornate. In questo mondo sempre più meccanico, super-regolato e frenetico – ci dice Chiesa – , in questo mondo popolato da ipocriti e lecchini che sembrano avere tutte le risposte e vanno avanti con mille strategie e sotterfugi, si vive con un “foglio di istruzioni in ogni tasca”, mentre si è perso il contatto con sé stessi e non si riesce neanche a trovare una risposta alla domanda “Come stai?”. Poi Edoardo elogia i dubbi e ci racconta delle giornate storte, quelle piene di spigoli, la ricerca delle proprie origini e l’amore che si oppone proprio a quella vita moderna asettica, omologata e sterile e porta i fiori sui balconi, la colazione in casa e l’ombrello per la pioggia. Le canzoni sono presentate così:
La tracklist apre con l'uno-due fascinoso di "Occhi" (una canzone d'amore, anzi una canzone sulla necessità dell'Altro) e "Dietro al tempo" (un vagheggiare filosofico da commozione) che mettono subito in chiaro, a suon di curvature melodiche mai troppo pronunciate, cosa significa fare un disco semplicemente con tre strumenti e sfruttarne tutte le possibilità espressive.
Da lì in poi è un passaggio di scoperta in scoperta, del resto "queste canzoni sono nate come piccole epifanie" e tali rimangono se è vero che ascolto dopo ascolto questi brani svelano sempre qualcosa in più. Magia, rabbia, stupore, domande. "Il Filo" tirato per andare controcorrente rispetto alla superficialità social(e); "Se fossi in te" a sputare fuori il rospo che rimane in gola dinanzi a chi ha tutte le risposte e le sicurezze; "La chiave" a riassumere tutto come in un gioco enigmistico. E infine l'amore, vedi la splendida chiusa di "Un'altra vita", canzone che chiunque vorrebbe sentirsi cantare, con quel tanto di lieve semplicità che si porta dietro. Un qualcosa che è apparentato con la verità di stare al mondo. La guardi, ed è una nuvola infuocata. La tocchi, ed è seta.
Le nuvole si spostano comunque sarà pubblicato il 19 gennaio da Dreamingorilla Records / L'Alienogatto.
Buon ascolto, buona visione e buona lettura.
Occhi
Ci sono occhi che guardano il mondo
come fosse un acquario
se ne stanno protetti e ogni tanto puliscono i vetri
Altri invece lo vedono sbieco
sono stati costretti così
da quegli occhi che insegnano come si deve guardare
Sono tutti diversi dai miei, sono tutti occupati
ma si incrociano spesso con i tuoi
quando guardano avanti
Occhi piccoli attenti ai dettagli
concentrati a cercarne i perché
si ritrovano presto stremati a fissare una sfera
Occhi grandi che si aprono al sole
e ne accolgono i raggi
con il tempo diventano ciechi e rimangono soli
Sono tutti diversi dai miei, sono tutti occupati
ma si perdono spesso nei tuoi
quando guardano avanti
Sono tutti diversi dai miei, sono tutti occupati
ma si incrociano spesso con i tuoi
quando guardano avanti
Dietro al tempo
Siamo legati da un filo sottile disteso sul mondo
fatto da piccoli gesti intrecciati
siamo la stessa domanda rivolta alla stessa risposta
che cosa c'è dietro al tempo
Passi veloci rincorrono
ombre che al sole si allungano
come bastasse inseguirne il ritmo
è tutto quello che sai
Siamo i soldati che abbiamo di guardia sui nostri castelli
fatti di sabbia e bagnati dal sale
siamo la stessa distanza dal punto che abbiamo lasciato
Che cosa c'è dietro a un sogno?
Alberi al sole si allungano
occhi dal basso li inseguono
come bastasse sfiorare il cielo
è tutto quello che sai
Domenica
State attenti a camminare per la strada
che rischiate di scontrare un altro piede
e tra mocassini e scarpe da ginnastica non si sa che cosa può accadere
E smettetela di stare alla finestra
che le nuvole si spostano comunque
e quest'aria fredda fredda, prima o poi vi fregherà
E non restate troppo soli
che poi non si sa mai
Ma è già domenica e non so più da che parte stare
e non capisco se è normale
avere un foglio di istruzioni in ogni tasca
ma non riuscire più a rispondere a un amico che mi chiede "come stai?"
Ricordate di piegare i pantaloni
e di chiuderli con cura nell'armadio
che a lasciarli troppo liberi potrebbero scappare e non tornare più
Percorrete solo strade illuminate
e la luce scioglierà ogni dubbio
siate certi che ogni ombra che proietta abbia una chiara identità
E non restate troppo soli
che poi non si sa mai
Ma è già domenica e non so più da che parte stare
e non capisco se è normale
avere un foglio di istruzioni in ogni tasca
ma no riuscire più a rispondere a un amico che mi chiede "come stai?"
Le porte
Oggi ho dei problemi con le porte, sbatto nelle porte
sento che le porte non mi aprono
Riesco a percepire che non è giornata, non sarà serata
e non si rasserenerà
E gli spigoli li ho presi tutti quanti stamattina
dopo che mi sono scottato con il caffè
mi ritrovo in una sfida faccia a faccia con le porta
resto immobile, lei anche
E tu, non guardarmi con quell'aria da soprano
E tu, non guardarmi proprio che...
Oggi ho dei problemi con le porte, sbatto nelle porte
sento che le porte non mi amano
Riesco a percepire che non è giornata, non sarà serata
e non si rasserenerà
Riesco a uscire dal portone
e mi accorgo, piove con il sole
faccio per tornare dentro come a prendere l'ombrello
gli spioncini che mi osservano
E voi, mi guardate con quell'aria da tenori
E voi, non guardatemi proprio che...
Oggi ho dei problemi con le porte, sbatto nelle porte
sento che le porte non mi aprono
Riesco a percepire che non è giornata, non sarà serata
e non si rasserenerà
Sono porte che nascondono segreti, custodiscono le cose
oggetti di ogni sorta, esperienze da ogni dove (x2)
Ma non siamo quello che abbiamo, e non siamo dove andiamo (x 3)
E voi, mi guardate con quell'aria da contralti
E voi, non guardatemi proprio che...
Oggi ho dei problemi con le porte, sbatto nelle porte
sento che le porte non mi amano
Riesco a percepire che non è giornata, non sarà serata
e non si rasserenerà
La chiave
C'è una porta dietro al tempo
che non può aspettare
i tuoi occhi grandi
sanno già come poterla aprire
E c'è un filo da scoprire
da seguire, coltivare
una domenica d'estate
che mi ha tolto tutte le parole
Ci sono trucchi
ci sono inganni
e poi ci sono le magie
e la realtà da cui raccoglierle
Ci sono funghi in pentola
e pietre nell'armadio
e nascono fiori azzurri
dalle radici dentro al tavolo
E c'è una voce che mi chiama
ma non so mai
come risponderle
Il filo
Tutti questi dispositivi
e tutte queste connessioni
è così che ci sentiamo meno soli
è così che ci sentiamo
E questo mal di stomaco
che è qui da tutto il giorno
a ricordarmi di essere stato in mare
a riportarmi il vento
Provo a tirare un po' di più
il filo che ci lega
Se tu dall'altra parte fai lo stesso
poi ci si spezza
Tutte queste lampade accese
da tutta questa corrente
è così che trasformiamo notte in giorno
con un dito le invertiamo
Ma qui nessuno che sa usare le mani
nemmeno per contare
e tutti possono vederci bene
ma non sanno più dove guardare
Provo a tirare un po' di più
il filo che ci lega
Se tu dall'altra parte fai lo stesso
poi ci si spezza
Se fossi in te
Se fossi in te non avrei mai domande
mi troverei nel posto giusto quasi sempre
avrei già in tasca la risposta pronta
navigherei comunque, ovunque su ogni onda
Ma non sopporto i trucchi,
nemmeno i galleggianti
e quelli come te.
Se fossi in te sarei sempre pulito
mi laverei soltanto dopo aver mentito
sarei capace di volare in alto
per riportare a terra ciò che avete perso
Ma non sopporto i trucchi,
nemmeno gli aquiloni
e quelli come te.
Se fossi in te avrei scarpe lucide
e suole consumate a forza di strisciare
avrei tappeti adatti ad ogni stanza
e ceste colorate piene di speranza
Ma non sopporto i trucchi,
nemmeno le intenzioni
di quelli come te.
Se fossi in te mi assaggerei da solo
per poi sorprendermi di quanto sono buono
vi intratterrei con fuochi ed esplosioni
con gare tra giraffe, volpi, vipere, procioni
Ma non sopporto i trucchi,
né le competizioni
e quelli come te.
Se fossi in te non ne avrei mai abbastanza
vi coprirei la vista con la mia presenza
andrei di notte a derubare i sogni
per poi lanciarli come esche negli stagni
Ma non sopporto i trucchi,
nemmeno i pescatori
e quelli come te.
Se fossi in te avrei frasi lunghe
a senso unico, tortuose, senza sbocco
avrei tendaggi spessi alla finestra
da cui mostrarvi solo ciò che mi interessa
Ma non sopporto i trucchi,
nemmeno i calcoli
di quelli come te.
Radici
Non sarai mai
quello che tu racconti di essere stato
ed è noiosa
questa tua lunga storia
Quel che è stato è stato
quel che è avuto è avuto
e non mi interessa restare qui con voi
E non vedrò mai
tutte le terre al di là del mare
ma sono certo
con la mia mente già lo posso attraversare
Quindi andate pure
che vi aspetta il treno
io rimango qui da solo e canto
sulla nota zero
(Infatti)
Resto sulla tonica, non mi importa se sei scomoda
non mi frega niente ormai neanche di dormire
Porgimi l'orecchio destro, che posso provare a ripulirlo da ogni eccesso
di cerume e di convinzioni secolari
Ma se vorrai
staremo insieme
legati liberi ai volatili che affollano lo spazio blue
E' una questione di gravità e tu lo sai bene
Quello che cerco / se precipito / cadendo da quassù
non è la morte / ma uno schianto sulla terra / che mi aiuti
a ritrovare le mie origini
Eccole qui
sono radici ben piantate e salde
ma spesso le confondo
con le liane verdi e lunghe
Che mi fanno volare in alto
e portano così lontano
ma da su il mondo sembra più piccolo
e tutto comincia a sfuggirmi di mano
(Infatti)
Resto sulla tonica, non mi importa se sei scomoda
non mi frega niente ormai neanche di dormire
Porgimi l'orecchio destro, che posso provare a ripulirlo da ogni eccesso
di cerume e di convinzioni secolari
Ma se vorrai
staremo insieme
legati liberi ai volatili che affollano lo spazio blue
E' una questione di gravità e tu lo sai bene
Quello che cerco / se precipito / cadendo da quassù
non è la morte / ma uno schianto sulla terra / che mi aiuti
a ritrovare le mie origini
Voci
Sento voci che mi parlano
e mi tentano a tornare indietro
è un periodo nero ed io spesso dimentico
il motivo per cui sono partito
Troppe volte ho dato colpe ad altri
troppe quelle in cui mi nascondevo
sono stati giorni di passione, sangue, compromessi e calci
li ricordo passando da qui
Ma la paura scompare ogni volta che riesco a guardarmi bene dall'alto
e l'incoerenza di un gesto rivela il mio essere timido
Siamo animali per cui tutto vale, per cui niente è necessario
e allora cosa rimane...
E alla fine sei rimasta qui tra i sentieri che già conoscevi
e ti porti al collo tutti i passi avanti che ti mancano
tutti gli alibi e le certezze
Ma la paura scompare ogni volta che riesci a guardarti bene
e tutto quello che hai scelto lo ritrovi in un gesto
Siamo animali abituati a capirci ma solo se ci conviene
e allora cosa rimane...
Un'altra vita
Sarebbero abitati solo i grattacieli
e i funghi marcirebbero nei boschi
la voce la userei soltanto per parlare
Sarebbero credibili i truffatori
che intorno a me si sfregherebbero le mani
il letto lo userei soltanto per dormire
Se non ci fossi tu
con me
Sarebbero balconi senza fiori
e pietre abbandonate sulla spiaggia
le mani le userei soltanto per suonare
Sarebbero vestiti tutti uguali
e solo due cucchiai di zucchero
l'ombrello lo userei, ma nel diluvio universale
Se non ci fossi tu
con me
Sarebbe a pagamento l'acqua della pioggia
il paese senza processione
i passi li farei solo in orizzontale
Sarebbero deserti le montagne
la cipolla non avrebbe strati
farei colazione quasi sempre al bar
Se non ci fossi tu
con me
Sarebbero liane ma senza appigli
meno profonde le radici
e perderei la tessera elettorale
Sarebbe una canzone in meno
e dieci anni ad aspettarti
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