Cosa rimarrà di noi<small></small>
Emergenti

Tiberio Ferracane Cosa rimarrà di noi

2009 - Notebook

10/11/2009 di Vittorio Formenti

#Tiberio Ferracane#Emergenti

Artista torinese classe 1964 Tiberio Ferracane è al secondo lavoro come solista anche se il suo retroterra musicale affonda le radici in periodi più lontani; la formazione accademica all’organo, gli studi alla scuola Mogol fino alla conquista del premio Mia Martini nel 1997 quale miglior interprete sono alcune tappe da ricordare nel suo curriculum. Le basi create con le esperienze sopra ricordate si ritrovano tutte nel lavoro in questione, un’opera cantautorale con testi disincantati, interpretata alla francese (Aznavour?) e cantata con una voce roca che, volendo rifarsi a nomi nazionali, può richiamare Leali e Cocciante per il suo timbro roco ma lirico. Le storie sono relative a situazioni personali non propriamente felicissime; rapporti a due non perfetti, desiderio di un’altra persona che non c’è, vita solitaria cittadina, disinteresse al futuro, bottiglie e bicchieri come simbolo di fugace alternativa: insomma, la classica iconografia del crooner solitario. I testi sono densi di frasi ´killer´ come ´..il tempo dei rimpianti è passato e chi se ne importa del futuro´ oppure ´..e sto bene anche da solo seduto in un metro´ o ancora ´..vorrei tanto avere un figlio´ sono in grado di sintetizzare in poco il senso della canzone; da questo punto di vista il brano guida ´Cosa rimarrà di me´ apre bene il lavoro, soprattutto grazie ad un bel testo. Le musiche invece non sono coerentissime con lo spirito della poesia e dell’interpretazione proposta. Gli arrangiamenti sono sovente un po’ ´malandrini´ e strizzano l’occhio ad un effetto leggero, quasi da Sanremo, rischiando di trasformare Aznavour in Baglioni; l’incipit di ´E lui ride´ richiama il tema di ´Si può dare di più´, in ´Dimensione follia´ c’è qualche passaggio che ricorda ´Mare d’inverno´, ´Ah le donne´ diventa baglioniana con un solista di chitarra tecnicamente perfetto ma in pieno stile sanremese, in ´Scrivo perché´ il colore e il ritmo ricorda anche qui il Claudio degli adolescenti per poi virare su Masini. Poi il lavoro termina alla grande, in ´Vivo così´ Tiberio diventa sé stesso; lui, i testi, una chitarra e poco più ricordano l’imprinting d’autore che è poi la reale matrice del lavoro. Merce raffinata per gli appassionati di musica leggera; chi invece vuole gustare l’autore dovrà fare uno sforzo, trascurare gli arrangiamenti ed immaginarsi un altro sottofondo, magari solo con un piano ed un contrabbasso.

Track List

  • Cosa rimarrà di me
  • E lui ride
  • Quando sto da solo
  • Dimensione follia
  • Io so bene chi sei
  • Ma tu
  • Ah le donne!
  • Scrivo perché
  • E ora
  • Vivo così