Nowhere to be found<small></small>
• Rock, Americana

The Myrtles Nowhere to be found

2003 - STUDENT RECORDS

09/07/2003 di Christian Verzeletti

#The Myrtles #Rock #Americana

Di fronte ad un disco tutti gli appassionati di rock americano, e di buona musica in generale, hanno delle attese: un suono che riesca a portare nuove emozioni o almeno a rendere nuove emozioni già provate.Non è indispensabile che una band sia all’avanguardia, ma è indispensabile che provochi qualcosa sotto pelle, perché è noto che il rock è in fondo una questione di reazioni fisiche ed emotive, prima che mentali e formali.
I Myrtles devono aver sperimentato già in gruppi precedenti quanto sia difficile mettere in atto questa verità, se è vero che “Nowhere to be found” nasce da un pugno di canzoni scritte da Gabe Daigle e poi suonate radunando musicisti che si sono trovati senza un gruppo. Il loro esordio si propone come una variante all’interno dell’alt-country, genere considerato tra i più conservatori del rock americano.
Se la militanza in bands rumorose come Becky Sharp e Girl Scout Heroin permette di attingere ad un impatto chitarristico di matrice Americana, le reminiscenze del pop d’avanguardia dei Liquidrone offrono risvolti più concettuali. I dieci brani godono così del classico impatto emotivo rock, arricchito di qualche sfumatura diversa.
“Nowhere to be found” è un disco di alt-country atipico, soprattutto per via del suono del violino, lontano dal fiddle tradizionale e dai soliti arrangiamenti d’archi che fanno da sottofondo a molto pop-rock odierno: con un’impostazione classica, Talice Lee tiene un suono libero da categorie rock, che fa da interessante contrappunto alle ballate di Gabe Daigle.
Pur tratteggiando paesaggi già descritti dagli Uncle Tupelo, canzoni come “After the show” e “Spend your spirit” si portano addosso meno polvere: non sentendo il bisogno di scrollarsi gli abiti, i brani rimangono più distesi e non scattano in sussulti liberatori. Ne è un esempio “Spend your spirit” che parte con degli accordi asciutti e un ritmo intestino, addolcito da un suono oscuro di violino, oppure “If you left” che avrebbe potuto essere eseguita con un tiro molto più punk.
Ci sono sempre le classiche due voci sui ritornelli, che però non mirano a spazi aperti. Le canzoni di “Nowhere to be found” sembrano piuttosto compiere delle continue manovre di accerchiamento, con arrangiamenti che, invece di puntere dritti all’assolo, continuano a girare su sé stessi. Anche una perfetto country come “Each one of you” non si apre né si alza per merito del violino, che va a sostituire, se non a placare, i crescendi della band. Proprio quest’idea di potenza trattenuta, sempre pronta a sfuggire a qualunque controllo, impedisce alle canzoni di essere previste e conferisce anche un’aria ipnotica desoltamente dark a certi pezzi (“Empty”).
Va detto che il suono è ancora a livello potenziale: se gli intrecci tra violini e chitarre sono già affinati, i Myrtles si dovranno concentrare ora su canzoni da scrivere appositamente per questo loro suono. Ma dimostrano di avere l’intelligenza e la lungimiranza necessarie per guardare avanti e crescere insieme.

Track List

  • DEVIL IN A BOTTLE|
  • AFTER THE SHOW|
  • WEEK OF RAIN / LIKE THE SUN|
  • SPEND YOUR SPIRIT|
  • ALL YOUR PRECIOUS THINGS|
  • IF YOU LEFT|
  • PALE BLUE EYES|
  • EVERY DAY|
  • EACH ONE OF YOU|
  • EMPTY (… IN WHISKEY)