Al calar dell’aperitivo<small></small>
Emergenti

Rosemary’s Lane Al calar dell’aperitivo

2008 - Self

26/12/2008 di Massimo Sannella

#Rosemary’s Lane#Emergenti

Sono di Follonica e fanno equilibrismi malati sulle lame sbeccate di un post rock annunciato. In queste condizioni sarebbe giusto e lecito aspettarsi un disco già minato da bronci e disfatte, come quei lavori decostruttivi nati per lasciare un segno sanguinante prima di andarsene; in realtà “Al calar dell’aperitivo” dei Rosemary’s Lane fa vedere ben più in là della miopia contingente, si evolve a sufficienza per fare vetrina e restare tra i mortali.
La band toscana, non solo percorre in autonomia i binari elettro-ansiosi già agganciati da pionieri di grido ( Estra, Marlene Kuntz, Ritmo Tribale- nelle setosità indù-europee di “70” e “I save your soul” -, e Afterhours), ma lo fa anche bene. Su questo terreno accidentato, perché appunto già battuto a dovere, i Rosemary’s Lane si districano magistralmente con la necessaria nonchalance di chi è abituato a far soffrire animi ed amplificatori; sicchè tra echoes anni 90 del fasto underground italiano e costipazioni di viscere che sbottano attraverso il mic, ne viene fuori un contrappunto sonico da tanto di cappello, che potrebbe lasciarsi subito alle spalle le angustie roomfull dell’emergenza e bussare ai portoni dei piani superiori.
Sopra la burrasca di elettricità si erge l’onnivora prestanza vocale di Giacomo Radi, che urla, accarezza, fa screamo e miele per tutto l’album, come un maestro occulto che fa muovere energie e pacatezze a comando, e che tratteggia la fisionomia delle takes con una carica positivamente negativa, parimenti un’ accecante luce nera.
C’è una furia intrattenibile nelle sferzate di chitarra e nelle giugulari infuocate che agitano “Anemoni e deliri”, la rabbia ermetica che esce tra i denti nervosi di “In un istante”, la ballata nevrotica e convulsa di stop & go di “Canzone del cervello a dondolo” che confina con lo slow di grande respiro metafisico implodente di “Serotonina” in cui Agnelli pontifica beato e appagato; è tutto strepitosamente cosparso di amore taglieggiato e scarnificazione uditiva che si insinua in ogni dove e che da la misura di una band in ottimo stato di salute, sana e di un vocabolario sonico ancora tutto da scoprire.
Forse troppo aderenti alla fisicità Godaniana, circospetta, tossica e delirante arrivano in coppia “Pomeriggio di Luglio” e “Il nome di Delia”, ma il picco si rialza con la tenerezza di “Dolce”, straniata e aperta, praticamente una goccia di panna acida in un porridge di fiele alla quale aspetta il compito di chiudere una bella pagina di rock from Tuscany.
“Al calar dell’aperitivo” è un disco che rende molto bene l’idea di quello che oggi è il rock che stantuffa impaziente dietro l’angolo; i Rosemary’s Lane sono capaci nel sussurrare parole d’amore e contemporaneamente dilaniarle, farle a pezzi tra una scrittura di rilievo e una forza strumentale micidiale. E’ specie da proteggere.
Non farsi trarre in inganno dalla cover del disco dai tenui colori pastello; sotto l’acqua cheta………..!

Track List

  • Anemoni e deliri|
  • In un istante|
  • Canzone del cervello a dondolo|
  • Serotonina|
  • 70|
  • I save your soul|
  • Pomeriggio di Luglio|
  • Il nome di Delia|
  • Dolce