Robots In Disguise Happiness v Sadness
2011 - President Records
Happiness v sadness, pubblicato nel 2011 dall’etichetta President Records, è il quarto disco del duo electropunk inglese Robots in disguise formato dalle ragazze terribili Dee Plume e Sue Denim che, dopo essersi conosciute all’università di Liverpool, dall’inizio degli anni duemila hanno intrapreso il loro percorso musicale all’interno del filone riot grrrl.
Sulle tracce delle antesignane del genere, le americane Le Tigre, e di alcune più recenti esponenti come Peaches, il duo Robots in Disguise si è fatto conoscere per la sua musica che attraversa vari generi, pop, indie rock ed elettronica, con un tocco punk dissacrante, travestimenti eccentrici, ed un messaggio fortemente femminista di girl power.
Happiness v sadness prosegue nella tradizione dei precedenti dischi e le dieci canzoni contenute, anche se hanno un suono in apparenza più pop che in passato, mantengono un impatto fortemente punk sia nell’approccio strumentale, sia nell’uso delle voci, al limite dello sguaiato, che creano una sensazione di immediatezza, improvvisazione naif e urgenza espressiva.
Questa impostazione, però, rende il massimo nelle performance dal vivo che solitamente si caratterizzano per suoni più carichi rispetto alla resa su disco e per la possibilità di mostrare la propria abilità di performer, fondamentale strumento espressivo per veicolare il messaggio sociale tipico di questo genere di musica che ha difficoltà a farsi apprezzare pienamente solo dall’ascolto dell’album in solitaria.
Le canzoni di Happiness v sadness, infatti, ascoltate sul proprio ipod mentre si va al lavoro o nel salotto di casa propria hanno un suono quasi fastidioso, ruvido e graffiante che alla lunga stanca, ma se suonate live con la giusta carica per una platea giovane di un concerto riscoprono tutta la loro forza ed il loro reale senso.
Sulle tracce delle antesignane del genere, le americane Le Tigre, e di alcune più recenti esponenti come Peaches, il duo Robots in Disguise si è fatto conoscere per la sua musica che attraversa vari generi, pop, indie rock ed elettronica, con un tocco punk dissacrante, travestimenti eccentrici, ed un messaggio fortemente femminista di girl power.
Happiness v sadness prosegue nella tradizione dei precedenti dischi e le dieci canzoni contenute, anche se hanno un suono in apparenza più pop che in passato, mantengono un impatto fortemente punk sia nell’approccio strumentale, sia nell’uso delle voci, al limite dello sguaiato, che creano una sensazione di immediatezza, improvvisazione naif e urgenza espressiva.
Questa impostazione, però, rende il massimo nelle performance dal vivo che solitamente si caratterizzano per suoni più carichi rispetto alla resa su disco e per la possibilità di mostrare la propria abilità di performer, fondamentale strumento espressivo per veicolare il messaggio sociale tipico di questo genere di musica che ha difficoltà a farsi apprezzare pienamente solo dall’ascolto dell’album in solitaria.
Le canzoni di Happiness v sadness, infatti, ascoltate sul proprio ipod mentre si va al lavoro o nel salotto di casa propria hanno un suono quasi fastidioso, ruvido e graffiante che alla lunga stanca, ma se suonate live con la giusta carica per una platea giovane di un concerto riscoprono tutta la loro forza ed il loro reale senso.
