Uomo bianco<small></small>
Emergenti • Songwriting

Rigotto Uomo bianco

2012 - Controrecords

13/07/2012 di Arianna Marsico

#Rigotto#Emergenti#Songwriting

Il polistrumentista Paolo Rigotto con Uomo bianco, secondo lavoro dopo Corpi Celesti (2010), offre un disco eterogeneo e caleidoscoico a livello sonoro e vocale in cui l’ironia fa da collante, dal package ai brani.

La title track fa quasi venire alla mente il Caparezza di Vengo dalla luna per il piglio antiretorico nell’affrontare il tema del razzismo. Certo, mentre Michele Salvemini punta anche a far ballare, Rigotto mira, almeno all’inizio, a “condizioni ottimali d’ascolto” ben diverse: “posizione di comfort, gambe possibilmente sollevate da terra, stato di relax naturale o indotto” (gustatevi il libretto). Ed in effetti il suo pop-elettronico stratificato è meno d’impatto immediato, ma destinato ad insinuarsi e martellare le sinapsi.

È successo con intercedere funky racconta il lento scivolare in un mondo di paranoie post 11 settembre e a misura di Ikea; Quasi quasi alterna unrefrain sincopato ad una strofa tra il malinconico e il sarcastico (“pensando quasi quasi voto Lega  perché senza una casa, almeno un muro, ti serve a poco averlo sempre duro”).

Facciamo pace mescola elettronica e un attacco quasi reggae con un effetto groove molto anni ’80; English soup invece omaggia e sberleffa il Regno Unito con leggeri richiami psichedelici ed un motivo accattivante. La via lattea inizia a sua volta echeggiando Video killed the radio star dei Buggles,  dosando ammiccamenti e riflessione.

Uomo bianco  è un calderone ben orchestrato, ma la varietà non porta confusione: un centro di gravità permanente attrae le varie schegge impazzite di vita quotidiana, ed in qualche modo dà loro un ordine, randomico ma pur sempre ordine.

Track List

  • Venire al mondo (Prima)
  • È successo
  • La lingua
  • Facciamo pace
  • Quasi quasi
  • English soup
  • Uomo bianco
  • La via lattea
  • Un diritto mio
  • Fuori di me
  • Cambiare musica
  • Venire al mondo (Dopo)