Salvation in lights<small></small>
• Soul, Rock

Mike Farris Salvation in lights

2007 - Ino Records

26/12/2007 di Christian Verzeletti

#Mike Farris #Soul #Rock

Quando si parla di salvezza nel mondo del rock, più che ad una vera e propria conversione si allude spesso ad una svolta artistica-personale compiuta grazie all’energia della musica. Al punto che ormai la fatidica frase “il rock’n’roll mi ha salvato la vita” è diventato un luogo comune sulla bocca di troppi.
Vi sono però alcuni casi in cui la fede non fornisce solo elementi metaforici-narrativi o pretesti per addurre eventuali motivazioni, ma un contesto davvero religioso come nel caso di Johnny Cash.
Senza andare a tirare in ballo il “christian rock” ed altre correnti dubbie, esistono musicisti di qualità che si possono dire “fulminati sulla via di Damasco”. Stiamo parlando di Mike Farris, ex-leader degli Screaming Cheetah Wheelies, con alle spalle un paio di ottimi dischi e una carriera spesa a vivere i clichè del rock’n’roll fino a quando dopo un’overdose quasi letale è arrivata la sospirata conversione, che pare gli abbia letteralmente salvato la vita.
Questo disco è un canto di ringraziamento che si alza con la forza del rock e del soul. Farris non ha abbandonato la sua natura di rocker in nome di un’illuminazione spirituale, ma l’ha immersa nelle acque del gospel. Il terreno non gli è nuovo perché già il suono degli Screaming Cheetah Wheelies era imbevuto di southern music: qua il Sud si riversa nelle canzoni attraverso un profluvio di vocals, spesso in call & response, ma non perde la forza dei suoi slanci fatti di chitarre, basso, batteria, organo e fiati.
Proprio gli interventi di sax, tromba, trombone e clarinetto sono fondamentali nel dare tono e nel variare i colori dei pezzi, evidenziando le sfumature ora r&b, ora soul, ora dixie. Non c’è quindi da pensare a degli spirituals in senso stretto, ma piuttosto ad un viaggio alla riscoperta delle radici dello spirito e della musica del Sud condotto attraverso la voce sonante di Farris che si permette persino una rilettura di “A change is gonna come” di Sua Santità Sam Cooke.
Oltre ad una manciata di pezzi autografi, in scaletta ci sono traditionals più o meno noti da “Oh, Mary don´t you weep” (quella rifatta anche da Springsteen) ad una “Can´t no grave hold my body down” di Sister Rosetta Tharpe passando per una “Precious Lord take my hand” che porta il Signore a spasso per New Orleans.
Il mestiere è tanto, ma il risultato è coinvolgente perché Farris e i suoi seguaci suonano senza risparmio, spingendo fino a cogliere la coralità di strumenti e voci: i pezzi non vanno sopra le righe e non si perdono in inutili performance da shouter o da predicatori.
Così facendo la salvezza cantata da Farris assume una forza tanto secolare quanto spirituale.

Track List

  • Sit Down Servant|
  • Streets Of Galilee|
  • Oh, Mary Don´t You Weep|
  • Precious Lord, Take My Hand|
  • A Change Is Gonna Come|
  • Devil Don´t Sleep|
  • Can´t No Grave Hold My Body Down|
  • Selah! Selah!|
  • Take Me (I´ll Take You There)|
  • The Lonely Road|
  • I´m Gonna Get There