L’altra Metà Delle Cose L’Altra Metà Delle Cose
2015 - Autoprodotto
L’EP omonimo segna il loro esordio su disco. Si inizia con Prelude, assaggio solo strumentale della densità elettronica dell’album. Ben bilanciata e calibrata, come generalmente in tutto il lavoro tranne che nella seconda traccia Le Puttane del Re. Soprattutto nel refrain gli effetti risultano un po’ sovraccarichi ed artificiosi, coprendo la voce. Ma Neve d’Agosto fa subito risalire la china. Le texture sonore create valorizzano appieno le sfumature della voce di Andrea Campagna, con le iniziali nuance glaciali che ne accentuano la parte delicata e successivi riverberi che ne sottolineano la morbidezza. Il brano passa attraverso momenti in crescendo, particolarmente elettrici, ed altri più raccolti. Viene riproposto anche come traccia finale, in una versione più dilatata in cui sono le tastiere ad avere più spazio.
Interlude passa veloce, quasi un divertissement prima di Ossigeno, scelta per il primo video, autoprodotto e girato a Belfast, tra i murales detti The Troubles che narrano la tragica storia degli scontri che hanno insanguinato la città. La canzone è energica e decisamente più rock, con riff vigorosi che si affermano dopo iniziali sussulti elettronici e che poi nella seconda parte rilasciano spazio al synth.
Interessante è la cover di Pelle degli Afterhours. Se nel refrain c’è maggiore aderenza con l’originale, nelle strofe ci sono interessanti innesti di synth. La prima parte così si arricchisce di nuove sfumature sensuali e la seconda di preziosa malinconia.
L’Altra Metà Delle Cose è un buon punto di partenza su cui lavorare per rendere via via il suono del duo più riconoscibile e sempre più personale. Nonché sempre più restio ad abbandonare le orecchie dell’ascoltatore, come già Neve d’Agosto sa fare.