Cosa fischietta l’artista vero<small></small>
Emergenti

Jocelyn Pulsar Cosa fischietta l’artista vero

2008 - Agos Music

02/04/2008 di Massimo Sannella

#Jocelyn Pulsar#Emergenti

Jocelyn Pulsar non è una band, è un concetto di piacere che “parla suoni” attraverso una band; non è un panegirico da cruciverba ma è quanto dato pensare dall’ascolto di questo loro nuovo disco che ora gira spensierato portando aria spray e una voglia di procedere senza calcoli e definizioni; che vive di un’istinto peccaminosamente libero, distrattamente attento, con un cuore che pensa e un cervello che batte pop, pop, pop.
Un doo wop che rimpalla riflessi, sogni inzaccherati da svolazzi intimi, che toglie domande e aggiunge questioni modellate su stampi a ballate, tenere, reali e folli; un cantautorato medio-felpato da gatto, che come dal sopra di ipotetiche tegole sonore, guarda la sua vita sotto e la descrive in poetiche stringenti di autentica psichedelia pop urbana.
Un percorso genuino e di buon gusto questo dei romagnoli Jocelyn Pulsar, un potente astrattismo combinato che rilancia al top la “forza creatrice dell’originalità” senza spendere un solo watt di nervi. La sua forza motrice è la descrizione dei “fatti”, di quei ritagli quotidiani intimi, patchworks cantautorali seriosamente strampalati che barcollano in piedi senza mai cadere, limpidi tra una spennata di chitarra, un armonioso svisetto, una batteria educata e un filo logico che sebbene sembri annodato, scorre via veloce e simpatico.
Salta subito all’orecchio “La dinamo della bicicletta”, slow ballad sulla personale definizione della solitudine con tanto di easy slide e armonica, il beat mood (“Franca mente”) lo shake stoppato (“Mi manchi”), dinoccolamenti country (“Fa male”), il cristallino mid-race dialogante (“Cosa fischietta l’artista vero”) in cui si frisano Bersani e Gazzè all’ombra del metro e novanta del Lorenzo da Cortona.
Poche cose artificiose e molte ben arrangiate nella solubilità istantanea quelle che riempiono quest’album; una fragranza fresca che può insegnare (e lo fa) che è possibile fare musica bella, ricca di poco, sincera pescando a piene mani dal proprio “distorsore di vita” senza cercare altrove.
Un lavoro di una identità impennatamente sghemba di buon senso, che si guarda bene intorno evitando di restare intrappolato nel clichè , traducendo una teoria di pensieri e sarcasmi che danno il colpo di fulmine. Cosa fischietta l’artista vero? Un’umanità appesa ad una visuale trapezoidale della vita.
Cosa fischietta l’artista vero? Un disco che può suonare come una pazzia. E invece per qualche motivo funziona.

Track List

  • Raro non spessore|
  • Cosa fischietta l’artista vero|
  • Tehkan|
  • Luogo comune|
  • La dinamo della bicicletta|
  • Franca mente|
  • Mi manchi (?)|
  • Fa male|
  • Ritornasole

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