The Picnic Sessions<small></small>
Jazz Blues Black • Blues • blues roots

Ian Siegal The Picnic Sessions

2015 - Nugene Records / IRD

25/03/2015 di Laura Bianchi

#Ian Siegal#Jazz Blues Black#Blues

Un inglese viaggia nel 2013 per il Nord del Mississippi, si ferma al Dickinson’s Zebra Ranch, gestito da Cody e Luther Dickinson, e si mette a suonare in un picnic con qualche amico nello stile Mississippi Porch Music. Fin qui tutto normale; ma, se l’inglese in questione è il pirata del blues Ian Siegal, gli amici si chiamano Alvin Youngblood Heart e Jimbo Mathus , e se l’incontro viene registrato con qualche antico microfono a nastro, c’è il serio rischio che l’evento sia destinato a divenire uno dei dischi più divertenti, energetici e genuini di questo inizio anno.

A meno di un anno dalla pubblicazione del suo Man & guitar, un emozionante live registrato alla Royal Albert Hall di Londra, Siegal fa di nuovo centro, ma The Picnic Sessions è più di un disco: è una raccolta del meglio dello spirito autentico di una jam, che può nascere solo quando l’intesa fra i musicisti è profonda e quando l’atmosfera è corroborata da amicizia, whisky e voglia di dare libera espressione alla propria creatività, senza i limiti imposti da produzioni troppo artificiose.

Fra le dieci canzoni, splendidamente suonate con strumenti acustici (chitarre, mandolino, armonica, banjo), si trovano gioielli di cover, come il capolavoro di Townes Heavenly Houseboat Blues, che si impreziosisce ulteriormente di harmonies struggenti (tutto il lavoro è ricco dei cori degli sparring partners di Siegal, Luther Dickinson, oltre ai già citati Hart e Mathus), oppure le già eseguite Gallo del Cielo o Hard Times (Come Again No More), che perde l’enfasi attribuitale da altre interpretazioni, per acquisire un tono intimo e commovente. Anche i brani di Siegal, alcuni dei quali già scritti precedentemente, ma su cui l’autore interviene, spinto dal genius loci, sono però di tutto rispetto: valgano, su tutti, l’energica Keen and Peachy, oppure Talkin’ overseas pirate blues, uno spoken words, che unisce lo spirito dell’improvvisazione all’autoironia e al gusto di un ritorno, rassicurante e necessario, alle radici di un blues sicuramente non per pochi puristi, ma per chiunque apprezzi l’ineguagliabile valore della musica amata, pensata e suonata dal vivo, in un house concert da assaporare ovunque lo si desideri, immaginandoci seduti su una sedia a dondolo, in un portico dell’America che più amiamo.

Track List

  • Pistachio Anyone?
  • Stone Cold Soul
  • How Come You`re Still Here
  • Sweet pea
  • Heavenly Houseboat Blues
  • Beulah Land
  • Turn around and show it to me
  • Keen & Peachy
  • Wasted Freedom
  • Herman sings
  • Gallo Del Cielo
  • Hard Times (Come Again No More)
  • Talkin` Overseas Pirate Blues
  • Now it’s a party!
  • Only Tryin` to Survive
  • Appreciation

Articoli Collegati

Ian Siegal

All The Rage

Recensione di Helga Franzetti

Ian Siegal

Live Report del 18/07/2017

Recensione di Giovanni Sottosanti

Ian Siegal

Man & Guitar

Recensione di Nicola Perfetti

Ian Siegal

Live Report del 28/06/2014

Recensione di Laura Bianchi

Ian Siegal

Swagger

Recensione di Massimo Baraldi

Ian Siegal

Meat & potatoes

Recensione di Christian Verzeletti

Ian Siegal

Shake hands with the devil

Recensione di Christian Verzeletti