Man & Guitar<small></small>
Jazz Blues Black • Blues

Ian Siegal Man & Guitar

2014 - Nugene / IRD

31/10/2014 di Nicola Perfetti

#Ian Siegal#Jazz Blues Black#Blues

Pubblicare un live voce e chitarra è un passaggio obbligato per ogni cantautore. Ma può far paura. Affrontare una platea, soli sopra un palco a scarnificare canzoni, a volte decide una carriera. Il bluesman britannico Ian Siegal si presenta all’appuntamento con un concerto registrato per la BBC alla Royal Albert Hall di Londra durante il Bluesfest del  2013. Nel suo caso però la sfida è vinta in partenza. Uno che gira l’Europa da anni a sputare blues e sudore, sa che suonare è catturare il pubblico. Ci vogliono tecnica, passione, ironia. E non dipendono dal numero di strumenti della band.

Per Man & Guitar Siegal ha materiale in abbondanza: può pescare dalla storia del blues oppure dai suoi pluripremiati dischi, da Meat & Potatoes, esordio del 2005 quattro stelle sul Penguin book of blues recording, fino all’ultimo The Skinny del 2011. Così The Silver Spurs, Mortal Coil Shuffle o  I Am the Train non sfigurano di fronte alle cover e ai traditional eccellenti, che pure sono trattati con il dovuto rispetto. Oh Mary, Don't You Weep, prima di diventare un inno universale per i diritti civili, fu un canto di liberazione degli schiavi afroamericani, che, in quell’ibrido culturale che fu lo spiritual, si appropriavano di passi della religione del padrone per farne metafora e liberare il proprio dolore. L’arrangiamento di Ian la allontana dal suo originale carattere di negro song di inizi novecento e richiama piuttosto le successive versioni folk-blues di Pete Seeger  e Leadbelly. La Aint Nobody's Business But My Own di Taj Mahal, che non è la T’ain't Nobody's Business in stile Billy Holiday, è fedele nel testo ma suonata ad un ritmo esasperato. Ancora tema religioso per il medley che parte da Preachin' Blues di Son House, passa per la Why don't you live so god can use you fino all’accenno finale al grido di morte e sollievo di You Got To Move. Ci sono infine il tex mex di Tom Russell con la sua Gallo del cielo e il tributo a Charley Patton con Pony Blues.

Man & Guitar  esce per la Nugene, specializzata in chitarristi blues del Regno Unito (in roster anche Matt Schofield e Simon McBride). Con mossa astuta la casa discografica dell’Essex decide di non tagliare nulla del concerto, facendo diventare tracce a sé stanti gli intermezzi parlati di Ian tra i brani, adimostrazione di come lo showman viva del suo rapporto con il pubblico. In ricordo dell’amico bluesman, scozzese e magrissimo, “Big George” Ross Watt, da poco scomparso, Ian ricorda il  suo richiamo alle donne:  “Hey ladies would you like to take me home and ffffffffffff…feed me”. Poi, prima di suonare Pony Blues, presenta la sua nuova chitarra di nome Charlie, o meglio Charlotte, in onore al miglior chitarrista mai vissuto: “Potreste avere opinioni diverse ma sareste in torto. Potreste dirmi Jimi Hendrix e io vorrei poter essere d’accordo con voi. Ma avremmo torto tutti e due”. E racconta di quando, in platea per due serate di fila ad un concerto di Kris Kristofferson, Kris lo salutò ringraziandolo calorosamente alla prima, per poi scusarsi alla seconda con un “Gesù, pensavo tu fossi Mickey Rourke”.

Track List

  • The Silver Spurs
  • Mary Don`t You Weep
  • Interlude: Big George
  • Mortal Coil Shuffle
  • Interlude: Charlie
  • Pony Blues
  • I Am the Train
  • T`aint Nobody`s Business
  • Interlude: Young Mickey
  • Falling On Down Again
  • Preachin` Blues/Live So God Can Use You/You Got To Move
  • Gallo Del Cielo
  • Hard Times (Come Again No More)

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