Davide Solfrini Muda
2013 - New Model Label
Muda: dal giapponese significa letteralmente “spreco/improduttività" temi che Davide Solfrini ha toccato con mano lavorando come operaio in una grande azienda tesa al miglioramento dei processi produttivi, alla ricerca della massima efficienza, ad eliminare ogni spreco e perdita di tempo.
Il lavoro tocca proprio questi temi: il conflitto tra la razionalità ed efficienza e l’alternativa a utilizzare il tempo per scrivere canzoni, per divertirsi, per innamorarsi, per vivere la propria vita, anche al limite perdere tempo, ovvero Muda.
Davide in dieci canzoni, nove inedite ed una in versione live, scritte tutte da lui stesso, attraverso testi lievi, semplici, diretti, tra l’introspettivo ed il personale (come molti cantautori della nuova generazione) ci consegna un lavoro interessante, ricco di piacevoli melodie, con gli strumenti, quasi tutti suonati da Davide, in evidenza come chitarre e tastiere che si rincorrono in un’alternarsi di acustico ed elettrico.
I riferimenti sono da una parte i REM dei tempi d’oro, con qualche riflesso di britpop, dall’altra la canzone d’autore con influenze in particolare di Angelo Branduardi , Max Gazzè e Claudio Rocchi, che creano un riuscito mix di sonorità, tra pop, rock e folk-rock, che sono sempre brillanti, freschi e mai banali.
Muda è anche il titolo del brano iniziale e manifesto dell’intero lavoro, tra modi di vivere e valori, ispirato a detta dell’autore ai Grant Lee Buffalo di Mighty Joe moon, loro secondo album di alt-country del 1994, Binari è ispirato alla dismissione della ferrovia Fano-Vasto, metafora dell’isolamento, della comunicazione e dell’efficienza , a vantaggio solo della TAV, Marta al telefono è un leggero , morbido, melanconico, delizioso brano pop-rock tra Rem di Losing my religion e Branduardi.
Ti piace quello che mangi? , altro brano acustico/elettrico di buon livello, è una delle prime canzoni scritte anni fa da Davide, con riflessioni sull’egoismo delle persone, mentre La vita degli altri, titolo chiaramente ispirato dal film omonimo di cui Davide ha però visto solo il trailer, tratta dei drammi interiori delle persone.
Domenica, dal ritmo incalzante, tra sonorità acustiche e glockenspiel, con un debito a Max Gazzè, è uno dei momenti più riusciti del lavoro, Cristallo racconta la lotta tra amore e depressione con un bel inciso di piano, Equilibrio è sontuosa, in puro stile REM, con una Rickenbacker 12 corde, La mia bambina ha sonorità molto “americane” con tanto di utilizzo di lap steel.
Il disco si chiude con una versione più dura ed elettrica della title track, Muda, registrata il 22 giugno 2013 al Music Garden.
Il disco si mantiene sempre su buoni livelli senza cadute, si ascolta con piacere e non è sicuramente una perdita di tempo scoprire questo piccolo gioiello, breve ma interessante e promettente esordio di un artista che ha il pregio di una facilità di scrittura, con canzoni che si fanno ricordare subito.
Il tempo ci dirà quale ruolo e soprattutto quale principale direzione, tra americana, pop e canzone d’autore, prenderà l’artista. Nel frattempo godiamoci questo riuscito primo album.