Daniel Johnston non sa disegnare ma espone e si guadagna da vivere vendendo le sue opere; in realtà non è nemmeno un bravo cantante (è lui stesso ad ammetterlo) ma è ormai diventato un classico ed è osannato e apprezzato da tantissimi suoi colleghi. È difficile comprendere di ´cosa´ si tratta se non lo si è mai ascoltato: c’è qualcosa a rendere quest’uomo eccezionale e dotato di un’aura di santità nella nicchia dei cantautori americani. Sono la sua storia contorta come la sua mente e la sua purezza d’animo a renderlo straordinario: in musica come nei suoi disegni ritroviamo elementi semplici ma in qualche modo speciali e rivelatori di un animo fragile e ispirato. È in grado di partorire deliri naif come la rana Jeremiah, la papera rock’n’roll, il gatto Sassy Fras, Joe il pugile, Casper il fantasmino e Capitan America. E nella musica ritroviamo la stessa freschezza – nonostante in ´Is and always was´, con lo ´zampone´ di Jason Falkner, venga abbandonato l’approccio lo-fi che anni fa ha reso famoso Daniel Johnston. Le varie tracce dell’album hanno subito una centrifuga che ha grattato via ruvidezza e lerciume pur non risultando, bisogna riconoscerlo, artefatte. Falkner è riuscito ad operare con delicatezza, a non deflorare la genuinità di Johnston che, con la sua voce e le parole che trasudano il disagio di sempre, ci regala undici canzoni di classico pop-rock. L’ispirazione è sempre la stessa – Beatles su tutti! ´Mind movies´ e ´Fake records of Rock and Roll´ aprono l’album ed entrambi hanno una melodia molto semplice, orecchiabile e piacevole che ci convincono a pensare che Daniel sia tornato più in forma che mai. ´High horse´ trae ispirazione dal pop californiano (ricorda ´Big Sur´ dei Thrills). Velo di tristezza e toni mesti nella tripletta ´Tears´, ´Is and always was´ e nella vagamente psichedelica ´Lost my infinite memory´. ´Light and day´ è la traccia più lunga dell’album: una ballata un po’ ripetitiva che chiude degnamente un album interessante e piacevolissimo, che merita più di un ascolto.
Nonostante sia al di fuori dell’ambito mainstream, Johnston è divenuto protagonista (con i suoi disegni) e sottofondo (con la sua musica) di un videogioco per iPhone e iPod Touch. Paradossale: colpisce la disinvoltura, la versatilità, o più probabilmente, l’incoscienza con cui affronta e vive gli eventi. Ma nulla gli scivola addosso. Dotato di una grande sensibilità e affetto da psicosi maniaco-depressiva, come burro si scioglie, si modella, si plasma e patisce straordinariamente la realtà.
Daniel Johnston è una personalità musicale rara e unica nel suo genere, che non smetteremo mai di ringraziare per aver deciso di non relegare la sua creatività alle quattro mura domestiche.