Aphrodisiac<small></small>
• Funk, Soul

Andre Williams Aphrodisiac

2006 - Prava Records

20/02/2007 di Christian Verzeletti

#Andre Williams #Funk #Soul

Tra i soprannomi che gli sono stati affibiati ci sono “The black godfather” e “Mr. Rhythm”, che già basterebbero per intuire come Andre Williams sia uno dei troppi personaggi dimenticati nella storia della musica nera.
Nato in Alabama e cresciuto cantando ovviamente in chiesa dalle parti di Chicago, il signore in questione ha sfornato numerosi hit rhythm’n’blues, prodotto dischi per gente come Stevie Wonder, Ike & Tina Turner e George Clinton prima di perdersi per strada. Tornato in carreggiata negli anni ’90 ha ripreso a fare dischi collaborando tra l’altro con The Jon Spencer Blues Explosion con cui è andato in tour e per cui ha prodotto “Acme”.
Non si va lontani dal vero se dal nome di Jon Spencer si pensa ad una musica che sia un guazzabuglio di garage e funk: “Aphrodisiac” tende più al soul e al rhythm’n’blues, ma si sente che il suo autore ha una carica istintiva che si muove a partire dal basso.
Anche per chi, come il sottoscritto, è del tutto a digiuno del repertorio di Mr. Williams, questo disco offre un ottimo motivo per un incontro che non delude e che, non si sa mai, potrebbe spingere ad aggiornarsi su una discografia tanto piccante quanto sostanziosa.
“Aphrodisiac” è un disco che fa godere senza pastrocchi, che salta tra i sottogeneri con i piedi sempre ben piantati nella black music. Questa è musica di pancia e di anima che ha effetti benefici su tutto il corpo: nonostante i settanta e passa anni, Andre Williams non perde un colpo e canta anche i pezzi per così dire più moderati tirando fuori tutta la voce.
Accompagnato dai Diplomats Of Solid Sound, inscena subito un call & response in “Hold up” con tanto di chitarre secche, organo, fiati e una ritmica che batte r&b: vengono in mente Booker T & MGs, James Brown oppure, se siete proprio all’oscuro di questa musica, pensate ai Commitments. I pezzi hanno infatti il tiro e il ritmo sbattuto di chi è cresciuto nei quartieri più malfamati della città o al massimo in qualche club non propriamente di lusso.
Le interpretazioni di Williams provengono dal fondo e sono cariche di ormoni: provate a sentire il suo swing caldo in “Do you remember?”, il suo parlato in “I’m not worthy” piuttosto che il canto da alligator in “Three sisters”. Strepitosa “Uptown hustle” con un sax baritono e la voce rappata che dimostra quanto la black music possa suonare moderna senza bisogno di iperproduzioni e anabolizzanti.
Se vi fate prendere dal groove, nel giro di una mezz’ora scarsa questo disco è capace di farvi muovere fino a sudare. E magari di convincervi che il massimo del godimento r&b non è proprio il nuovo disco di Zucchero (il nostro Re del blues!).

Track List

  • Hold Up|
  • Do You Remember?|
  • I´m Not Worthy|
  • Prove It To Me|
  • I Don´t Need Mary (Juana)|
  • Three Sisters|
  • Uptown Hustle|
  • Chrysler 300|
  • Thunder Thighs|
  • I Can See

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