Abulico Behind
2009 - Seahorse Recordings
I primi Radiohead, ma anche Blur, Travis, Interpol ed Editors alla base di questo esordio: influenze che raccolgono anche spunti vaghi degli Sparklehorse e degli I love you but I´ve chosen darkness, interpretati comunque con originalità.
Il tutto a comporre le 12 canzoni – rigorosamente in inglese - di Behind: canzoni dense come il fumo dell’ennesima sigaretta fumata aspettando l’alba, canzoni da colonna sonora di un film in bianco e nero, spesso triste ma in fondo in fondo anche romantico (vedasi a proposito il videoclip di Not the one for me, contenuta nel precedente ep e realizzato dal collettivo The Jackal)
Il disco esce per la Seahorse Recording il 4 aprile e nelle sue tracce – sostenute dalla versatile voice di Alessandro - mescola indie rock e pop avvolgente, sfumature eleganti ed eteree, ingenuamente tweepop, ritornelli orecchiabili che ti ritrovi subito a canticchiare, quasi senza farci caso.
Sonorità dipinte ad acquerello su una tela consumata (Not time to think the past), canzoni che esplodono esplosive e vibranti (Destiny, Fixed, Betrayer, Tokyo eyes), ballate più semplici ed emozionanti (Walking on my road, A sign, Hide me).
Alla lunga il disco perde di potenza e intensità, verso la fine, e alcune tracce lasciano un po’ il tempo che trovano, suonano effettivamente come dei riempitivi privi di ispirazione (Life and story of JM, Leave me out, Days) da cui solo la delicatezza acustica - con speculare esplosione finale, in stile Jeff Buckley - del cielo grigio dell’ultima canzone (Grey sky, appunto), riequilibra il tutto.
È solo questa asimmetria – queste 3 canzoni di seguito, verso la fine, che deludono un po’ – l’unica nota stonata di un promettente disco d’esordio: la prima tappa di un percorso molto interessante nei territori più malinconici dell’indie rock nostrano.