Diaframma

live report

Diaframma Bergamo

20/04/2006 di Andrea Salvi

Concerto del 20/04/2006

#Diaframma#Italiana#Rock

Diaframma

20 aprle 2006
Auditorium di Piazza della Libertà - Bergamo Un concerto dei Diaframma è una sorta di rito. Un ritrovarsi tra amici, sempre le solite facce, che appena le ritrovi ti rimpallano il medesimo interrogativo: "come sarà questa volta?", che è il tuo e che è la stessa forza che ti spinge ogni volta ad uscire fuori e fare chilometri. Un concerto dei Diaframma è rincorrere l'incognita, quel mito fuggevole a metà strada tra rock e punk, tra poesia e vita che è poi il sale che li rende ogni volta un'avventura imprevista, eccitante.
Tanti volti, vecchi e nuovi, trovano posto sulle confortevoli poltroncine di una sala quasi al completo, e queste fanno già due notizie in una, data la location piuttosto insolita per una band abituata a ben altri contesti quanto ad altri numeri. L'attacco di "Dammi tempo", in un arrangiamento rinnovato che tende a far implodere l'energia del brano, ci presenta un Federico Fiumani motivato e sornione. La scaletta apparentemente non segue fili logici, attingendo al repertorio ventennale del gruppo senza troppe formalità, presentandolo in un'unica soluzione e sottolineando la sua coerenza stilistica e sostanziale. Il gruppo dimostra una coesione migliore del solito e lascia ampio spazio al centro al microfono di Fiumani: frontman e nucleo primo della banda, punto di congiunzione di carisma ed impeto.
L'urlo stonato e liberatorio de "Il sogno degli anni '70", la nuova "Io ho te", e soprattutto "L'odore delle rose" palesano un crescendo che fa breccia nella platea, dove pur costretto seduto il pubblico si scuote con un effetto curioso. È una serata fortunata, per i Diaframma e per tutti noi. È palpabile la soddisfazione che reciprocamente viene rimpallata dal palco alla platea, con ovazioni a scena aperta "Labbra blu" o come quando Fiumani dedica qualche vecchio brano ai propri ex compagni di avventura. Il classico "Siberia" torna in versione breve e fedele all'originale, e "Verde" è un brano da riascoltare volentieri. "Blu petrolio" chiude il concerto con Fiumani che sul finale getta con un calcio l'asta del microfono a terra e fugge senza salutare. Una promessa implicita che scatena i presenti a richiamare tutti a gran voce sul palco per l'immancabile "Gennaio" e per la sorpresa gradita di un inatteso recupero di "Oceano". Pare finita, ma il secondo bis vede solo sul palco Federico Fiumani e la sua chitarra per un'intensa "Caldo" e l'inedito "Mi sento un mostro" che in due minuti due racconta tutta la poetica, la genialità e la follia di un autore unico, con un testo dall'incipit scabroso che descrive l'inadeguata sfrontatezza di un residuato della generazione punk.
Un concerto non troppo lungo ma tiratissimo, come da tempo non capitava di assistere. Per molti una scoperta, per gli altri la conferma di quanto l'epopea dei Diaframma, tra alti e bassi, continui a rappresentare un esempio di eccellenza rock di prim'ordine, se non altro per la genialità e imprevedibilità di un autore di culto assoluto come Federico Fiumani. Scaletta:
1. Dammi tempo
2. Sua maestà
3. Il sogno degli anni '70
4. Francesca, 1986
5. Elena
6. Io ho te
7. Diamante grezzo
8. Un temporale in campagna
9. L'odore delle rose
10. Ai piedi di Silvia
11. Labbra blu
12. Siberia
13. Verde
14. Blu petrolio
15. Gennaio
16. Luisa dice
17. Oceano
18. Caldo
19. Mi sento un mostro