Denise

interviste

Denise Leva cantautorale degli anni Zero

18/04/2011 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Denise#Italiana#Alternative Indie-pop Indie-folk

Sussurri segreti di un reale intimo, trasfigurato e filtrato attraverso una delicatezza fiabesca: queste appaiono le “piccole favole colorate” delle canzoni di Denise, tra trame acustiche e strumenti giocattolo. L’artista (all’anagrafe Denise Galdo), dotata di una vocalità acuta ed intensa che a tratti fa venire in mente Kate Bush, ora ha oltrepassato i ventiquattro anni, ma si è accostata alla musica fin da bambina e ha all’attivo tre demo autoprodotti, un ep del 2009 (Carol of Wonders) e un primo album ufficiale, Dodo, do!, pubblicato lo scorso autunno da Al Kemi Records/Ala Bianca/Warner. Le sue Cuddly Cloudy Afternoon e Lacks erano state inserite d’altronde sempre nel 2010 in Debut, compilation di presentazione di Al Kemi Records, branca di Ala Bianca diretta da Gianni Maroccolo.

Ecco come Denise ci racconta la sua musica, intessuta di suoni dolci e delicati e colorata di poesia, e il suo rapporto con il progetto della Leva cantautorale degli anni Zero, nel cui doppio cd è presente la sua Ageless
***Mescalina: Il tuo primo demo, Anesthetic Wave Project, è del 2005: da allora ad oggi quali pensi siano state le esperienze più importanti del tuo percorso, tra apertura di concerti altrui, live solo tuoi, interviste, ecc. ecc.? Come racconteresti la tua storia musicale fino al presente?
***Denise: Di cose importanti ce ne sono state in questo mio percorso, nonostante personalmente ogni concerto ed ogni evento sia sempre motivo di crescita artistica e personale. Volendo fare una selezione, di sicuro uno degli eventi che ricordo con più affetto è la vittoria al Musical Box di Urbino, posto nel quale tra l’altro sono tornata la scorsa estate per un festival organizzato dagli stessi organizzatori del contest in occasione del concerto dei Kings of Convenience, che ho aperto, un’esperienza magica. Altra incredibile esperienza è stata suonare al Caterraduno di Senigallia accompagnata dal maestro Stefano Bollani.

***Mescalina: Come presenteresti il tuo progetto musicale attuale? Quali sono le caratteristiche che maggiormente lo distinguono secondo te da altri? Le atmosfere delicate e fiabesche nutrite di suoni essenziali, la dolcezza limpida e fanciullesca del tuo cantato…?
***Denise: Non saprei: la mia percezione riguardo la mia musica è distorta dal momento che fa parte profondamente di me e del mio modo di essere, quindi non saprei dirti cosa può distinguerlo dagli altri. Quello che sicuramente mi piace fare è presentarlo come un progetto in cui è effettivamente molto presente la chiave fiabesca, da non leggere però in modo superficiale. Nei miei testi c’è un po’ tutto quello che succede in giro, ma semplicemente riadattato in una chiave più ricercata, meno diretta, ma non per questo meno profonda. A volte, se si ha la capacità di guardarci attraverso, le favole possono palesare morali che nella vita reale talvolta ci sfuggono.

***Mescalina: Cosa pensi del progetto della Leva cantautorale degli anni Zero? Come sei stata coinvolta personalmente?
***Denise: Credo sia un importantissimo progetto per valorizzare i nuovi talenti della scena cantautorale italiana e sono davvero lusingata di farne parte. E’ divertente perché conosco molti dei volti contenuti nei cd ed è bello essere tutti insieme in un’iniziativa così fresca e interessante. Ora non so dirti precisamente le dinamiche per le quali son stata scelta, perché non mi occupo personalmente dei rapporti con gli editori, ma so che erano tutti molto orgogliosi di avermi nel progetto.

***Mescalina: Come è stata scelta la canzone con cui partecipi alla compilation, Ageless? Ci piacerebbe che tu presentassi questo brano ai nostri lettori...
***Denise: Ageless è stata scelta da Toni Verona dell’Ala Bianca group per la compilation ed è un brano che       narra di un amore senza età, un amore completo, totalizzante, unico: “I am a rainy soul/ and you’re my sunny guide / That’s why I bless the days”. In questo pezzo c’è la collaborazione di Lorenzo Corti (ex chitarrista di Cristina Donà) ed il testo è stato scritto in collaborazione con un mio carissimo amico, Albino Cibelli, il quale in questi anni ha contribuito di tanto in tanto alla scrittura di alcune lyrics a mio avviso meravigliose, molto sentimentali, a tratti poetiche.

***Mescalina: Come pensi che stia andando il progetto, che aspettative aveva suscitato in te e cosa pensi ti abbia dato? E in generale come lo valuti all´interno dello scenario musicale contemporaneo italiano?
***Denise: Il progetto sta andando molto bene! Vedo molto interesse da parte delle persone! Io sono perfezionista ed in quanto tale, non sarò mai convinta al 100% di un mio lavoro sia in campo musicale che in altri campi artistici. Non avevo particolari aspettative riguardo il disco, se non quella di farlo essere un primo passo fondamentale per la crescita del progetto e per la mia crescita personale. Lo scenario musicale non è altro che un universo dove ogni artista con il proprio lavoro svela il proprio mondo, come se sussurrasse all’orecchio dell’ascoltatore i propri segreti, il proprio io profondo.

***Mescalina: Saremmo curiosi di sapere: quale altro nome di artista sotto i quarant’anni, non coinvolto nel progetto, stimi particolarmente e pensi sarà da ascoltare e seguire attentamente nel futuro? Perché?
***Denise: Ho conosciuto da poco un artista eccezionale, ha 22 anni e talento da vendere. Il suo nome è Marco Guazzone, pianista e cantante: l’ho scoperto per caso e mi ha lasciata incantata. Ha una personalità molto forte e ha davvero tutte le carte in regola per far un’enorme carriera, sia qui che fuori dall’Italia, che è poi ciò che gli auguro maggiormente. Aspetto fondamentale: oltre ad essere un incredibile artista, è una persona molto umile e delicata. Non vedo l’ora di scrivere un brano insieme a lui.

***Mescalina: Cosa pensi sia la canzone d´autore oggi e che rapporto hai con essa? Ti definisci abitualmente una cantautrice?
***Denise: No, mai. Non mi definisco mai così, perché mi piace fare un discorso più ampio. Mi sento cantante, autrice, compositrice ma anche video-maker, fotografa, scrittrice e via dicendo: è come se parlassimo di qualcosa di molto più ampio dove una persona ha la responsabilità ed il piacere di curare ogni piccolo aspetto del proprio progetto, un progetto di vita, non solo un pugno di canzoni. Io credo che la canzone d’autore non abbia assunto un valore o un significato diverso da quello che ha sempre avuto, credo sia una libera interpretazione della realtà in cui si vive, ogni cantautore non fa altro che descriverla in modo diverso, c’è chi condanna la società, chi la filtra con parole d’amore e chi come me la filtra attraverso una chiave di lettura più sognante, il succo però è sempre quello: la comunicazione di una particolare emozione, un forte stato d’animo.

***Mescalina: Quali sono stati e sono gli ascolti che pensi possano averti maggiormente influenzato (nel campo del cantautorato italiano, così come in altri generi musicali e/o tra gli artisti stranieri)?
***Denise: In quello italiano probabilmente tutta la musica anni ‘50/’60 molto poetica, sognante, passionale, a partire da Luigi Tenco, fino a Modugno, a Mina e così via. Invece nell’ambito straniero, il primo amore dell’infanzia è stato Michael Jackson, poi sono approdata in Tapestry di Carole King ed è subito stato amore.

***Mescalina: Come nascono i tuoi testi? Quali pensi siano le tue maggiori fonti di ispirazione e i temi ricorrenti dei tuoi versi?
***Denise: I testi nascono a partire da sogni o da flash, veri e propri brainstorm che cavalcano i miei pensieri. Non nascono mai in un modo preciso, seguono sempre percorsi diversi e la cosa è molto stimolante per me. Le fonti di ispirazione maggiore sono l’amore, i valori in cui credo, la natura e l’attualità: tutto ciò che siamo in questa epoca grigia, viene automaticamente filtrato dal mio modo di vedere le cose e cerco così di arrivare al cuore delle persone, parlando attraverso piccole favole colorate.

***Mescalina: Quando scrivi una canzone, hai in mente un tipo preciso di ascoltatore come tuo target ideale? Quale?
***Denise: No, assolutamente, ciò che spesso noto ai miei concerti e che mi piace tanto è proprio che non c’è mai un target preciso, ad un mio concerto puoi  trovare il papà con il bambino oppure l’over 60, oppure trovi il teen-ager e ovviamente anche l’universitario.

***Mescalina: L’aspirazione di tutti gli artisti sarebbe di vivere della loro arte, per potersi dedicare completamente solo ad essa e non dover svolgere parallelamente anche altri lavori: tu riesci a vivere solo della tua musica? Quanto è difficile per un artista “emergente” in Italia oggi?
***Denise: In questo momento ho messo in pausa i miei studi di medicina veterinaria e mi sto dedicando completamente alla musica, ma lo posso fare soltanto perché ho una famiglia alle spalle che mi sostiene in modo incredibile, che crede in me e mi sta dando la possibilità di portare avanti un sogno. Purtroppo non è facile emergere in Italia, soprattutto dal momento che qui, come ben sappiamo, il musicista non è quasi mai rispettato come un lavoratore a tutti gli effetti e questo aspetto è logorante, com’è logorante la situazione culturale attuale in Italia. Se ci pensi bene, fare la cantante, fare il musicista sta diventando quasi un’utopia.

***Mescalina: Chiudiamo con un’ultima autodefinizione della tua musica. Dopo tre demo autoprodotti e un ep, il tuo primo album, Dodo, do!, è uscito lo scorso autunno: come lo presenteresti a chi non ha ancora avuto il piacere di scoprirlo e ascoltarlo?
***Denise: E’ un viaggio di un dodo alla ricerca della sua casa e parallelamente di se stesso. Si tratta di un percorso ricco di sentimenti e passioni, dove le famose “Burning Flames” che ci riempiono la vita di creatività e di gioia sono raccontate attraverso gli occhi di piccoli “Sunny Lovers”. E’ un salto in un universo colorato e ben strutturato, dove regna l’idea di condivisione visto come un profondo scambio di energie. In due parole: DODO, DO!